lunedì 28 febbraio 2011

Rigatoni di Gragnano con funghi, piselli e guanciale cotto al vino di Cori

Ho una vera adorazione per i salumi e formaggi, è il mio lato debole non so resistere alla tentazione.
Alcuni salumi e formaggi li acquisto in un negozio D.o.l. (Di Origine Laziale).
La loro  filosofia e quella di diffondere il concetto di filiera corta,  facendo conoscere alla clientela  i prodotti tipici, le rarità e le novità del territorio laziale. Ovviamente tramite la conoscenza e il godimento (è il caso di dire) di questi prodotti si tutelano e si salvaguardano oltre le tradizioni enogastronomiche, le aziende che continuano a produrle.
Da loro sono venuta a conoscenza, tra i tanti prodotti, del guanciale e della pancetta cotta al vino di Cori. 
E’ un una specialità gastronomica, una rarità della cittadina di Cori (Latina). La ricetta è dei primi del Novecento: le parti del maiale vengono scelte accuratamente, stagionate e condite con salvia, rosmarino, erba medica e poi cotte in un vitigno bianco laziale di origini antichissime il Bellone. L’insieme di aromi, profumi e sapori da vita ad un prodotto di un sapore unico.
Ho pensato di utilizzare il guanciale cotto al vino di Cori scottandolo leggermente per far sciogliere gli aromi contenuti ed unirlo al classico binomio funghi e piselli, per condire dei rigatoni di Gragnano trafilati al bronzo.  





Ingredienti:
400 g di Rigatoni di Gragnano trafilati al bronzo
200 g di piselli (surgelati)
300 g  di funghi misti (champignon, gelone, pinarello, boleto baio e porcini)
100 g di guanciale cotto al vino di Cori 
mezzo bicchiere di vino bianco secco (penso che il Bellone sarebbe stato perfetto)
1 cipolla borettana
1 spicchio di aglio
olio extra vergine di oliva
sale
pepe


Preparazione:
Si fanno bollire in acqua calda i piselli per 6-7 minuti.
Si prende una padella e si fa imbiondire l’aglio e la cipolla tagliata a pezzetti in olio extra vergine di oliva. Si aggiungono i funghi misti tagliati a fettine e si lasciano andare per circa 5 minuti, poi si aggiungono i piselli scottati si sala e si pepa, si fa insaporire il tutto per alcuni minuti. Si irrora con il vino bianco, si lascia sfumare per altri 5 minuti.
Nel frattempo si fa scaldare una padellina antiaderente, una volta calda si mette il guanciale cotto al vino tagliato a listarelle e si lascia per alcuni minuti in modo da scottarlo leggermente e far sciolgliere gli aromi contenuti.
Si cuoce la pasta e una volta cotta si unisce ai funghi e ai piselli, si gira e si aggiunge il guanciale cotto al vino e i suoi aromi, si fa saltare per un minuto (Se la pasta risultasse troppa asciutta si può aggiungere alcuni cucchiai di acqua di cottura). S’impiatta e si spolvera con del parmigiano o grana ed un filo d’olio extra vergine d’oliva.


venerdì 25 febbraio 2011

Salmone al limone ed erba cipollina

Per la ricetta di oggi ho preso spunto da un quadro.
Il quadro in questione è del pittore spagnolo Luis Egidio Meléndez, Natura morta con salmone e limone, si conserva a Madrid al Museo del Prado. 
Con probabilità il quadro fa parte della serie di bodegónes (nature morte) eseguiti da Meléndez tra il 1760-1772, per il castello di Aranjuez; oggi in gran parte conservati al Museo del Prado.

Luis Egidio Meléndez, Natura morta con salmone e limone
Luis Egidio Meléndez, Natura morta con salmone e limone, 1772, Madrid, Museo del Prado


In primo piano campeggia un limone, in secondo piano una fetta di salmone e poco dietro una pentola, una ciotola di rame e un vaso di Alcorcón coperto da un coccio di porcellana, dietro appare un manico probabilmente di un secchio.
Il dipinto ritrae un angolo di cucina con povere cose ma rese in maniera dettagliata e precisa, grazie al virtuosismo del pittore. Meléndez è riuscito, attraverso la composizione e il dosaggio delle luci, a trasmettere la diversa consistenza materica dei singoli oggetti, e trasformare un angolo di cucina con pochi cibi e oggetti in un’opera d’arte.






giovedì 24 febbraio 2011

Elicoidali con sugo ai pistacchi e pecorino

Non so bene come mia madre venne a conoscenza di questa ricetta, non so se da una sua amica, se l’ha letta in uno dei tanti ricettari o riviste di cucina che collezionava, oppure era uno dei suoi tanti esperimenti. Quando la proponeva riscuoteva sempre un grande successo.
E’ un sugo semplice e saporito.







Ingredienti:
350 g di Elicoidali
400 g di passata di pomodoro
80 g di pistacchi sgusciati
100 g di pecorino
1 cipolla Borettana
1 spicchio di aglio
1 peperoncino piccolo (la quantità di peperoncino varia in base alla tipologia e ai gusti)
olio extravergine di oliva
sale


Preparazione:
Si tritano grossolanamente i pistacchi in un mortaio o in un mixer.
Si prende una padella ampia si fa imbiondire la cipolla e l’aglio nell’olio extravergine di oliva e nel peperoncino, si aggiunge la passata di pomodoro e si fa cuocere per dieci - quindici minuti. Si aggiunge tre quarti dei pistacchi tritati e una bella manciata di pecorino grattugiato, si gira e si fa andare per alcuni minuti.
Si cuoce la pasta in abbondante acqua salata, si scola e si unisce al sugo e si fa saltare per un minuto. S’impiatta la pasta spolverandola con i pistacchi tritati rimasti, il pecorino e un filo d’olio extra vergine d'oliva.




Con questa ricetta partecipo al contest di Caterina La cucina di Tatina, Oro verde di Sicilia







martedì 22 febbraio 2011

Insalata di puntarelle

Le puntarelle sono caratteristiche della cucina laziale, in particolare romana. Si ottengono dai germogli che crescono nella parte interna del cespo della cicoria catalogna. Hanno un caratteristico sapore amarognolo e sono croccanti, in genere si consumano in insalata abbinate alle alici sott’olio o sottosale.






Ingredienti:
500 g di puntarelle (germogli della cicoria catalogna)
1 spicchio d’aglio
4 filetti di alici sotto olio
2 cucchiai di aceto di vino bianco
3 cucchiai di olio extravergine di oliva
sale
pepe


Preparazione:
Si tagliando i gambi dei germogli della cicoria catalogna in strisce lunghe e sottili, si mettono in una bacinella con abbondante acqua fredda per una - due ore circa in modo da fargli assumere la caratteristica arricciatura.
Si prende una scodella o un recipiente abbastanza alto e si mette l’aglio tagliato a pezzettini o con lo spremiaglio, le alici spezzettate finemente, l'olio, l’aceto,  il sale e il pepe e si mescola energicamente con un cucchiaio per amalgamare bene il tutto. Si lascia a macerare per circa un’ora.
Si scolano le puntarelle e si mettono in un’insalatiera e si condiscono con l’emulsione di olio extravergine d’oliva, di aceto, aglio, sale e acciughe.




domenica 20 febbraio 2011

Fagottino di radicchio di Chioggia con farro, speck e scamorza affumicata



Ingredienti:
8 foglie di radicchio di Chioggia
100 g di farro perlato
50 g di scamorza o provola affumicata
2 fette di speck
olio extra vergine di oliva
sale
pepe



Preparazione:
Si fanno sbollentare per qualche minuto le foglie di radicchio di Chioggia in acqua bollente.
In una pentola si versa il farro perlato e si ricopre con acqua fredda che dovrà essere di uno o due cm sopra il livello del farro. Si fa cuocere per 10 minuti circa, il farro dovrà essere al dente, si scola e si lascia ad asciugare nello scolapasta.
In una ciotola si versa il farro, s’irrora con olio extra vergine di oliva, si sala e si pepa, si aggiunge lo speck e la scamorza tagliata a  listarelle.
 Si prende la vaschetta di alluminio di una porzione, si ricopre con la carta forno, si fodera con sei foglie di radicchio di Chioggia, si versa il farro condito e si ricopre con le restanti foglie.
Si informa a 180° per 20-30 minuti. Una volta cotto si lascia intiepidire per alcuni minuti e si rivolta su un piatto da portata e si serve. 







Con questa ricetta partecipo al mio primo contest  Edo ergo sum di Elena.
Trovo che questo piatto mi corrisponda per il contrasto tra fuori e dentro dei sapori: amarognolo del radicchio,  la durezza del farro ed il sapore sapido ed aromatico dello speck e del formaggio.
Si sposa bene con la frase di Roberto Benigni tratta dal film La tigre e la neve.




La poesia non è fuori, è dentro!Cos'è la poesia? Non chiedermelo più, guardati nello specchio: la poesia sei tu! E vestitele bene le poesie! Cercate bene le parole! Dovete sceglierle! A volte ci vogliono otto mesi per trovare una parola! Sceglietele, che la bellezza è cominciata quando qualcuno ha cominciato a scegliere!








venerdì 18 febbraio 2011

Linguine alle vongole e salsa di tartufo nero

Oggi propongo un piatto che coniuga i frutti del mare con i frutti della terra: vongole e tartufi.
Sui tartufi Isabel Allende in Afrodita scrive che:
I tartufi, una rara delizia, in realtà non sono che funghi insignificanti che maiali e cani allenati annusano e dissotterrano. Secondo gli antichi saggi, il loro abuso provoca malinconia, ma sono talmente scarsi e pregiati e si servono in quantità così modeste, che difficilmente ci si potrebbe intossicare; invece, basta un soffio del loro intenso profumo per vincere il tedio in amore e risollevare i membri solo svenuti.
In questa ricetta non ci sono i tartufi, ma una salsa di tartufi, tuttavia quel soffio del loro intenso profumo dà un tocco in più al piatto.
Ovviamente con i tartufi il profumo è più intenso...




giovedì 17 febbraio 2011

Gnocchi di pasta al forno con 'nduja

Questo formato di pasta chiamato gnocchi  l’ho trovo ideale per le paste al forno.






Ingredienti:
400 g di pasta formato gnocchi 
400 g di passata di pomodoro
4 cucchiaini di 'nduja
100 g di provola
4 cucchiai di Parmigiano Reggiano o di Grana Padano 
1 ciuffo di basilico
olio extra vergine di oliva
sale


Preparazione:
Si fa bollire la pasta in abbondante acqua salata; si toglie tre minuti prima della durata di cottura della pasta. Si scola e si dispone su una teglia da forno dalle sponde alte si unisce la passata di pomodoro, la provola tagliata a cubetti, due cucchiai di Parmigiano Reggiano o di Grana Padano si mescola il tutto. Si aggiunge 'nduja e il restante Parmigiano o Grana. S’inforna a 180° per 40-50 minuti, fino a che si forma una crosticina dorata. A cottura ultimata si lascia ancora per alcuni minuti nel forno spento; s’impiatta e si guarnisce con foglie di basilico.



martedì 15 febbraio 2011

Insalata al profumo di mare







Ingredienti:
100 g di calamari
100 g di seppioline
100 g di gamberetti precotti
100 g di cozze sgusciate
2 carote
3 coste di sedano
1 limone
1 spicchio d’aglio
olio di oliva extravergine
sale
pepe


Preparazione:
Dopo aver pulito e lavato i molluschi, si mettono a lessare in abbondante acqua bollente non salata. Una volta che tutti i molluschi saranno cotti, si scolano e si lasciano intiepidire e si tagliano i molluschi a listarelle.
In una terrina si uniscono i molluschi e crostacei si aggiunge l’aglio tritato, il sedano, la carota tagliati a tocchetti. S’irrora con l'olio extravergine d'oliva ed il succo del limone si sala e si pepa.
  

lunedì 14 febbraio 2011

’e Fidanzati capresi con cime di rape e 'nduja

Oggi per San Valentino propongo un piatto con un formato di pasta dal nome ’e Fidanzati capresi  della  Fabbrica della Pasta di Gragnano. Aggiungo una descrizione del formato di pasta che ne fa questo  sito, l’ho trovata oltre che poetica molto evocativa: “Trafilato in bronzo nel tipico formato ad intreccio come un abbraccio tra fidanzati sotto il faraglioni della stupenda isola azzurra”.
Ho pensato di abbinare questo formato di pasta alle cime di rapa che hanno un sapore un po’ amaro e a ‘nduja un sapore piccante. L’abbraccio di sapori del sud, per me, è riuscito.






Ingredienti
250 g di  ’e Fidanzati capresi
1 kg. di cime di rapa
3 cucchiaini di 'nduja
1 spicchio di aglio
1 peperoncino piccolo (la quantità di peperoncino varia in base alla tipologia e ai gusti)
olio extra vergine di oliva
sale


Preparazione:
Si pulisce e si lava le cime di rapa. Si prende un padella ampia si fa imbiondire uno spicchio d’aglio con il peperoncino, si aggiungono le cime di rapa e si coprono con un coperchio, lasciandole appassire per dieci minuti circa. Una volta che la verdura avrà perso l’acqua di vegetazione, si unisce 'nduja e si lascia insaporire per alcuni minuti.
Nel frattempo si cuoce la pasta al dente, una volta cotta si unisce alle cime di rapa e a 'nduja. S’impiatta con l’aggiunta di un filo d’olio.



Con questa ricetta partecipo al contest:


 Ma sei proprio un broccolo!!! del Blog  di Eli Il Gamberetto

Il contest de Il Gamberetto



Scade il 31 marzo




 Testa di rapa! del blog di Valeria Vaniglia, Zenzero e Cannella.









domenica 13 febbraio 2011

Insalata di scarola e aringa

Pieter Claesz,  Natura morta con aringa,
Pieter Claesz,  Natura morta con aringa, Rotterdam, Museo Boymans-van Beuningen


Questo dipinto dal titolo Natura morta con aringa è di Pieter Claesz originario di Burg Steinfurt in Vestafalia, più tardi trasferito ad Haarlem. Il pittore fu uno dei protagonista del  tema del Banketjes (tavole imbandite), genere diffuso in Olanda in particolare ad Haarlem fin dal primo decennio del Seicento. Da sinistra un bicchiere alto e sottile, quasi cilindrico, un coltello, un piatto d’argento con un’aringa dal corpo tagliuzzato, in secondo piano un piattino con del pepe e del pane. Con probabilità raffigura un pasto di magro. Il  pesce disposto tra vino e pane, simboli eucaristici, sono allusioni Cristologiche.
L’Aringa occupava una posizione speciale nell’economia olandese del XVII secolo. Era comune nell’alimentazione dei ceti popolari per essere un alimento nutriente e di facile conservazione. Nel 1633  Jacob Westerban gli dedicò un poema che elogiava le sue tante qualità. Il poema è citato in un dipinto di Joseph de Bray del 1664 Natura morta con l’elogio dell'aringa.


Pieter Claesz,  Natura morta con aringa,
Joseph de Bray, Natura morta con l’elogio dell'aringa, Dresda, Gemäldegalerie

E' visibile nella tavoletta sul fondo del dipinto contornata da un festone con delle cipolle e delle aringhe appese, in primo piano l’aringa spezzettata, del pane e bicchieri colmi di birra e vino.

La protagonista di oggi, dunque, è l’aringa pesce dal sapore sapido.
Ho pensato di servirla come insalata unita alla scarola, alle olive ed ai capperi per esaltare ancora di più il gusto.




giovedì 10 febbraio 2011

Coratella di abbacchio con i carciofi

Oggi propongo una ricetta tradizionale laziale, romana, che ha come protagonista le interiora dell’agnello (abbacchio). Un piatto popolare dal sapore deciso.





Ingredienti:
1 kg di coratella mista di abbacchio (polmone, cuore, fegato e milza)
4 carciofi
1 limone
1 cipolla
1 foglia di alloro
mezzo bicchiere di vino bianco secco
olio extravergine di oliva
sale
pepe



Preparazione:
Dopo aver pulito e lavato bene la coratella sotto l'acqua corrente, si taglia a tocchetti.
Si puliscano i carciofi privandoli delle foglie esterne più dure, e si elimina l'eventuale “barbetta” interna; si tagliano a spicchi e si mettono in una bacinella d’acqua con il succo di limone.
Si prende un larga padella e si fa soffriggere la cipolla, tagliata a pezzetti, con la foglia dall’alloro nell’olio extravergine di oliva; si aggiunge prima il polmone dopo pochi minuti il cuore, poi il fegato e la milza; si lascia andare a fuoco vivo per cinque minuti circa, mescolando continuamente, si irrora con il vino bianco e si lascia sfumare. Si aggiungono gli spicchi di carciofo, si sala, si pepa e si lascia andare a fuoco lento per circa venti – trenta minuti, la coratella e i carciofi devono risultare morbidi. Si impiatta e si serve calda con la salsa ottenuta.



mercoledì 9 febbraio 2011

Moscardini al basilico e pinoli

Un piatto fresco e profumato.





Ingredienti:
1 kg di moscardini bianchi
100 g di pinoli
1 ciuffo di basilico
1 spicchio di aglio
olio extravergine di oliva
sale
pepe


Preparazione:
Dopo aver pulito e lavato i moscardini si mettono a lessare in acqua calda non salata per 20 – 30 minuti (Il tempo di cottura dipende dalla grandezza dei molluschi).
Dopo averli scolati e fatto raffreddare si tagliano le sacche ad anelli e i tentacoli a pezzettini, si riuniscono in una terrina o piatto di portata s’irrora con l’olio extravergine di oliva, l’aglio tagliato a pezzettini, il sale, il pepe, le foglie di basilico tagliate grossolanamente con le mani e i pinoli. Si mescola e si lasciano a riposare a temperatura ambiente per alcuni minuti prima di servire.





martedì 8 febbraio 2011

Barbabietole con noci

Contorno leggero e veloce. La ricetta è liberamente tratta da L’enciclopedia della cucina italiana. Verdure e contorni.





Ingredienti:
250 g di barbabietole lessate
50 g di maionese con yogurt (tipo MaYò)
1 spicchio di aglio
6 gherigli di noci
olio extravergine di oliva
sale



Preparazione:
Si tagliano a dadini le barbabietole e si raccolgono in una ciotola o sul piatto di portata, si aggiunge l’aglio tagliato a pezzetti, un filo di olio extravergine di oliva e del sale. Si mescola e si aggiungono i gherigli di noci tagliati grossolanamente e la maionese.




Con questa ricetta partecipo al contest Testa di rapa! del blog di Valeria Vaniglia, Zenzero e Cannella.











sabato 5 febbraio 2011

Riso… ispirazione cantonese

Questo piatto s’ispira al  Riso alla cantonese,  per via di alcuni ingredienti in comune.
Può essere servito come piatto unico o accompagnato da altri piatti.





Ingredienti:
400 g di Riso Ribe
200 g di pisellini novelli surgelati
100 g di gamberetti lessati
100 g di olive verdi denocciolate
2 carote
2 cipolle medie
2 fette di Prosciutto crudo
1 cucchiaio di capperi sotto sale
1 cucchiaio di salsa di soia
Olio extra vergine di oliva
Sale
Pepe


Preparazione:
Si porta ad ebollizione dell’acqua leggermente salata, si aggiungono prima le carote dopo cinque minuti i piselli e si lasciano andare per 15 minuti circa. Si scolano e si lasciano raffreddare.
Nel frattempo si tagliano a rondelle le cipolle, si mettono in una pentola con un filo d’olio e pepe e si lasciano cuocere coperte a fuoco lento per 15 minuti. Trascorso il tempo si aggiungono le olive tagliate a rondelle, i capperi e si lascia insaporire per alcuni minuti.
In una pentola si versa il riso e si ricopre con l’acqua che dovrà essere di uno o due cm sopra il livello del riso. Si fa cuocere per 10 minuti circa, il riso dovrà risultare al dente, si scola e si lascia ad asciugare nello scolapasta.
In una capiente padella si fa scaldare un filo d'olio extra vergine di oliva e si cominciano ad aggiungere gli ingredienti:  le cipolle con le olive e i capperi, le carote tagliate a tocchetti, i piselli, i gamberetti lessati, il riso ed infine il prosciutto crudo tagliato a listarelle. Si mescola bene il tutto e si aggiunge il cucchiaio di salsa di soia, si fa saltare per qualche minuto e finalmente s'impiatta.



giovedì 3 febbraio 2011

Shuba (Insalata di aringhe)

Questo piatto lo mangiai ad una cena anni fa. La padrona di casa, moldava di nascita cresciuta in Ucraina e vissuta in Russia -a Mosca- aveva voluto deliziarci con dei piatti tipici dei suoi paesi. Uno era per l’appunto: Shuba un’insalata di aringhe combinate con gli ortaggi.
Il sapore sapido delle aringhe affumicate e il sapore dolce delle barbabietole dà vita ad un accostamento interessante. E’ consigliato ai palati che amano i sapori forti.





Ingredienti:
3 filetti di aringa affumicati
2 patate medie
2 carote
1 scalogno grande
1 barbabietola rossa (precotta)
2 cucchiai di maionese



Preparazione:
Si immergono i filetti di aringa affumicati in una bacinella con dell’acqua tiepida per  un’ora circa. Nel frattempo si lessano le patate e le carote, una volta raffreddate si puliscono.
Sul piatto o su una ciotola da portata si inizia a comporre l’insalata Shuba: prima con un strato di scalogno tagliato finemente, poi uno strato di patate lessa grattugiata con una grattugia per ortaggi, uno strato di carote grattugiate, uno strato di filetti di aringhe sminuzzate, uno strato di maionese ed infine uno strato di barbabietola grattugiata. 
Si copre con la pellicola trasparente e si lascia riposare in frigo per sei - dodici ore, in modo che si insaporiscano tra di loro gli ingredienti (E’ preferibile preparare l'insalata il giorno prima). Si tira fuori dal frigo mezz’ora - un’ora prima di servirla.






mercoledì 2 febbraio 2011

Gnocchetti sardi alla contadina

Quando ho letto questa ricetta sul sito Giallo Zafferano mi è venuto in mente il famoso quadro di Annibale Carracci, Il mangiatore di fagioli, che si conserva a Roma alla Galleria Colonna.


Annibale Carracci, Il mangiatore di fagioli
Annibale Carracci, Il mangiatore di fagioli , Roma, Galleria Colonna


Il dipinto ritrae un uomo, probabilmente un contadino, colto nell’atto di portare alla bocca un cucchiaio di fagioli. Pur se nella tavola sono presenti altri cibi come il pane, tre cippollotti, un piatto con probabilmente delle fette di torta ripiena di verdure, e un bicchiere di vino bianco, il protagonista è quella scodella di fagioli.
E sì i fagioli: nutrienti, economici e abbinati alla pasta possono essere un piatto unico che riscuote sempre - o quasi - un gran successo.











(La ricetta originale prevede i fagioli bianchi di Spagna, io ho utilizzato i Borlotti).


Ingredienti:
300 g fagioli Borlotti secchi
400 g di gnocchetti sardi
75 g di pancetta affumicata
1 spicchio d’aglio
1 cipolla piccola
200 ml di passata di pomodoro
2 cucchiai  di prezzemolo tritato
1 rametto di rosmarino
alcune foglie di salvia
olio extravergine di oliva
sale
pepe


Preparazione:
Se si utilizzano fagioli secchi (come ho fatto io) si mettono in ammollo la sera prima, o comunque per dodici ore. Trascorso il tempo si fanno cuocere in una pentola, meglio se di coccio, in acqua fredda a fuoco basso per circa due ore; devono risulteranno teneri ma non devono sfaldarsi. Finita la cottura si lasciano raffreddare, e si tiene l’acqua di cottura.

In una padella si fa imbiondire l’aglio con le foglie di salvia e gli aghi di rosmarino tritati, si aggiunge la cipolla tagliata e si fa rosolare. Poi si unisce la pancetta tagliata a dadini e si fa cuocere qualche minuto, si aggiungono i fagioli Borlotti precedentemente lessati, tre mestoli della loro acqua di cottura e la passata di pomodoro. Si sala, si pepa e si unisce una manciata di  prezzemolo tritato, si fa cuocere a fuoco basso per dieci - quindici minuti.
Nel frattempo si fanno cuocere i gnocchetti sardi, una volta cotti si uniscono al sugo e si fanno insaporire.
S’impiattano gli gnocchetti con i fagioli si passa un filo di olio extravergine di oliva e una spruzzata di prezzemolo tritato.

Buonissimi!

martedì 1 febbraio 2011

Millefoglie di patate e salmone


Un secondo piatto semplice e profumato.





Ingredienti:
2 patate grandi
4 fette di salmone fresco
1 spicchio d’aglio
1 rametto di rosmarino
olio extravergine di oliva
sale
pepe


Preparazione:
Con l’affetta verdure si tagliano le patate a fette molto sottili e si mettono in un recipiente con acqua fredda. Nel frattempo si toglie la pelle e le spine dalle fette di salmone, si tagliano a pezzettini e si condiscono con un pizzico di sale, pepe, aghi di rosmarino ed aglio.
In una teglia rivestita di carta da forno si comincia a comporre il millefoglie alternando strati di fette di patate e del salmone tagliato a pezzi; l’ultimo strato del millefoglie sarà di patate. Si sala, si pepa, si aggiunge qualche ago di rosmarino e per finire un filo d’olio extravergine di oliva. Si inforna a 180° per 40 – 50 minuti, fino a quando lo strato superiore delle patate sarà ben dorato.