mercoledì 29 febbraio 2012

Listarelle di pollo all’arancia e pistacchi

Ho letto che secondo un recente studio il consumo degli agrumi reca dei benefici alle arterie mantenendole elastiche, riducendo così il rischio vascolare.
Questo piatto non so quanto è salutare, sicuramente è molto profumato e mi ricorda il sole e il Mediterraneo.






Ingredienti:
600 g  di petti di pollo tagliato a listarelle
2 arance
30 g di pistacchi sgusciati
30 g di burro
barbe di finocchio
farina di semola di grano duro q.b.
olio extravergine di oliva
sale
pepe nero


Preparazione:
Si battono con il batticarne le fettine di petto di pollo, si tagliano a listarelle e passano alla farina di semola di grano duro.
Si fa scaldare in una padella il burro con un po’ di olio extra vergine di oliva, si aggiungono le listarelle di petti di pollo e si fanno dorare. Una volta dorati, si aggiunge il succo di due arance, e i pistacchi tritati grossolanamente, si sala e si pepa si copre con un coperchio e si lascia cuocere a fuoco basso per 20-30 minuti circa.
S’impiattano ben caldi guarniti a piacere con le barbe di finocchio.




lunedì 27 febbraio 2012

Spaghetti con purea ai due broccoli

Una purea di broccolo romano e broccolo siciliano con l’aggiunta dei semi di finocchio che donano un particolare sapore e profumo.





Ingredienti:
350 g di spaghetti
1 broccolo romano di 400 g circa
1 broccolo siciliano di 400 g circa
100 g di Parmigiano Reggiano
1 cucchiaino di semi di finocchio
1 spicchio di aglio
peperoncino
olio extra vergine di oliva
sale



Preparazione:
Si puliscono i broccoli, si tagliano a cimette, e si fanno scottare in acqua calda per 5-6 minuti. Una volta cotte le cimette dei due broccoli si trasferiscono nel mixer, si aggiungono i semi di finocchio, l’aglio, un po’ di peperoncino e un filo l’olio extra vergine di oliva; si trita in modo da formare una purea e si trasferisce in una padella.  Una volta pronta la pasta si unisce alla purea, si aggiunge un mestolo di acqua di cottura della pasta e un po’ di parmigiano, e un filo di olio extra vergine di oliva; si salta il tutto per qualche minuto. S’impiatta e si spolvera  a piacere con il parmigiano.







venerdì 24 febbraio 2012

Strozzapreti alla “palina”

Un altro titolo per questo piatto dovrebbe essere Strozzapreti chi vruoccoli 'rriminati,  vale a dire con broccoli in tegame - in realtà sono i cavolfiori che in Sicilia chiamano broccoli - un condimento per la pasta molto in uso nel parlemitano.
La ricetta l’ho tratta da La Cucina Regionale Italiana, Sicilia dove è chiamata Pasta alla “palina”. Cercando informazioni ho scoperto che l’origine della pasta alla “palina“ sembra sia opera di un frate dell’ordine dei Minimi di San Francesco di Paola, detti paolini o “palini” (da qui il nome), del Convento di San Francesco di Paola a Palermo. Come tutte le ricette tradizionali ci sono varie versioni con più o meno ingredienti, ma l’elemento in comune è la presenza delle alici.
Nel ricettario è indicata una pasta corta, io ho scelto gli strozzapreti che non è un formato di pasta tipico siciliano, tuttavia si è prestato bene al condimento che è un incontro tra il salato ed il dolce, una caratteristica della cucina Siciliana che apprezzo molto.






La ricetta è liberamente tratta da La Cucina Regionale Italiana, Sicilia, Mondadori 2008, Pasta alla “palina”. Pasta alle acciughe.

Ingredienti:
350 g di pasta corta,  io ho scelto gli strozzapreti
1 cavolfiore di 600 g circa
3 filetti di acciuga
1 bustina di zafferano
20 g di uvetta
15 g di pinoli
15 g di mandorle tritate (aggiunta)
50 g di caciocavallo
0,6 dl di vino bianco secco
1 cipolla
3 cucchiai di olio extravergine d' oliva
sale
pepe nero (aggiunta)


Preparazione:
Si taglia il cavolfiore a cimette e si cuoce in acqua bollente e salata per 5 minuti, si scola e si tiene da parte.
In una casseruola si fanno sciogliere le acciughe nell’olio extra vergine di oliva per alcuni minuti a fuoco basso, si unisce la cipolla tritata e si fa imbiondire. Si aggiunge il cavolfiore, si fa rosolare per 2 minuti, si irrora con il vino e si fa sfumare. Poi si unisce lo zafferano sciolto in poca acqua tiepida, l’uva passa anch’essa in precedenza messa a riprendersi nell’acqua calda, ed i pinoli. Si fa cuocere il tutto coperto per 20 minuti circa. Si lessa la pasta, si scola e si trasferisce nella casseruola con composto di cavolfiore, si salta, si spegne e si aggiunge il caciocavallo grattugiato. Si lascia riposare per alcuni minuti e si serve.








mercoledì 22 febbraio 2012

Pasticcio di verza e finocchio

Dopo i fritti e dolcini di Carnevale, un piatto leggero.







Ingredienti:
1 cavolo verza di 400 g circa
1 finocchio
1 scalogno
80 g di Asiago
50 g di Parmigiano Reggiano
pangrattato q.b.
olio extra vergine di oliva
sale
pepe nero


Preparazione:
Si lava e si riducono le foglie di verza a striscioline eliminando la parte più dura. Si lava e si taglia a spicchi piuttosto sottili il finocchio. In una padella si fa imbiondire lo scalogno in olio extra vergine di oliva si unisce il finocchio e si fa rosolare per 5 minuti, si unisce la verza tagliata a striscioline, si sala, si pepa e si copre si lascia cuocere per 10 minuti circa fino a farla appassire.
Si ungono delle cocottine o una pirofila di olio extra vergine di oliva si spolvera con un po’ di pangrattato si mette uno strato di verdura, sopra un po’ di  Parmigiano e di Asiago tagliato a pezzetti, poi un altro strato di verdura e si termina con il Parmigiano, l’Asiago a pezzetti, una spolverata di pangrattato e un filo di olio extra vergine di oliva. Si fa cuocere in forno a 200° C per 15-20 minuti e si serve caldo.









lunedì 20 febbraio 2012

Polpette dolci


Grazie ad Ancutza del blog Matrioska's Adventures ho vinto il libro Mandorle amare, una storia siciliana tra ricordi e ricette che è un racconto-intervista della scrittrice americana Mary Taylor Simeti a Maria Grammatico nota per i dolci alle mandorle e per la sua pasticceria ad Erice. Nel libro Maria Grammatico racconta la vita all’istituto San Carlo di Erice, un istituto laico per orfane e per povere, gestito dalle suore del Terz’ordine di San Francesco e amministrato dall’ECA (Ente Comunale di Assistenza). Maria vi entrò con la sorella dopo la morte del padre nel 1952; spesso per una famiglia numerosa nell’Italia devastata del dopoguerra, lasciare i figli negli istituti era l'unica soluzione per sfuggire alla fame e alle difficoltà. Maria rimase in istituto fino al 1962; qui che apprese l’antica tradizione pasticcera conventuale siciliana che dal ‘700 era la fonte di reddito per le suore nei conventi siciliani.
Questa antica tradizione dolciaria come afferma Maria l’ha dovuta rubare dalle suore “guardando di qua e guardando di là”, visto la loro resistenza a tramandare le ricette e i segreti alle ragazze dell’istituto. Dal libro viene fuori un racconto molto intenso di una donna che ha sofferto, ma è riuscita con la forza di volontà e con sacrifici ad aprire prima un laboratorio dolciario nel 1964 e poi due pasticcerie che portano avanti l’antica tradizione pasticcera. Come racconta:

C’è tanta tradizione che si tramanda; non è tutto per merito mio. Il merito è pure di altri. Ho imparato, sì, ma è stata la tradizione a spianarmi la strada.

Alla fine del libro ci sono una serie di ricette che sono un vero e proprio documento storico di un’arte secolare, che hanno come ingrediente principale le mandorle siciliane “alle quali il sole, il suolo, e la mancanza d’irrigazione conferiscono un alto contenuto di olio essenziale e quindi un sapore molto intenso”.   
Tra le ricette ho scelto l’unica ricetta salata o meglio che unisce il salato e il dolce: le Polpette dolci. La carne macinata per le polpette è aromatizzata dalle mandorle, dai pinoli, dall’uva passa e dalla cannella. Le polpette una volta fatte sono aggiunte ad una salsa di pomodoro anch’essa aromatizzata alla cannella. Hanno un sapore insolito e delizioso.
Probabilmente la ricetta ha origini antiche; era tipico della cucina barocca l’unione del dolce e del salato. Ad Erice in particolare all’istituto San Carlo le Polpette dolci erano un piatto che si consumava nei giorni di festa: all’Immacolata e soprattutto a Carnevale che era il piatto più atteso.
Maria ricorda che la cucina delle suore era sempre improntata sulla frugalità e sul “riciclaggio”, anche per i piatti delle feste non c’era posto per lo spreco. Per le Polpette dolci, le suore erano solite aggiungere molto pane alla carne che era mandata dall’ECA. I pinoli si ricavano dalle pigne della pineta di Erice, mentre l’uva passa si ricavava dagli “scarti” dell’uva per le conserve sotto spirito, gli acini meno belli erano fatti seccare e poi tagliati per fare la passolina.


Polpette di carne con mandorle uvetta pinoli cannella zucchero



Ingredienti:

Polpette
150 g di mandorle pelate leggermente tostate
1 cucchiaio di zucchero semolato
500 g di carne trita vitello o manzo
200 g di mollica di pane raffermo
100 g di pecorino grattugiato
30 g di uvetta passa
30 g di pinoli
2 cucchiaini di cannella macinata
2-3 uova
olio extra vergine di oliva o di semi per friggere
sale
pepe nero

Salsa:
750 ml di passata di pomodoro
1 cucchiaio di estratto o doppio concentrato di pomodoro (omesso)
1 cipolla piccola
1 spicchio d’aglio
2 cucchiai di olio extra vergine di oliva
2.5 cm di canella a stecca
sale pepe nero



Preparazione:
Si fa soffriggere la cipolla e l’aglio tagliati a pezzetti nell’olio extra vergine di oliva, si aggiunge l’estratto di pomodoro e l’acqua calda (omesso). Si fa cuocere a fuoco basso per un minuto poi si aggiunge la passata di pomodoro, la cannella il sale e il pepe. Si lascia cuocere per 15 minuti.
Nel frattempo si tritano le mandorle insieme allo zucchero, si aggiunge la carne trita, la mollica di pane ammolata, il pecorino, uva passa, i pinoli, la canella il sale e il pepe si mescola il tutto. Si aggiungono le uove e si amalgama il composto, si formano delle piccole polpette di circa 4-5 cm. Si fanno dorare nell’olio. Una volta dorate si aggiungono alla salsa e si lasciano cuocere a fiamma bassa per 20 minuti circa.


Polpette di carne con mandorle pinoli uva passa cannella





venerdì 17 febbraio 2012

Risotto con gamberetti e salsa di tartufo nero

L’unione del tartufo con i frutti del mare è un binomio che apprezzo molto. Spesso alla pasta alle vongole mi piace unire la salsa di tartufo nero; un esempio l’ho postato l’anno scorso. Questa volta ho pensato di unire la salsa di tartufo ai gamberetti, non per condire la pasta, bensì il riso. Il binomio riso e salsa di tartufo mi è  piaciuto molto, come mi è piaciuto questo risotto.  






 Ingredienti:
380 g di riso Ribe
500 g di gamberetti sgusciati
2 cucchiai di salsa di tartufo nero
2 cucchiai di Parmigiano Reggiano o Grana Padano grattugiato
mezzo bicchiere di vino bianco secco
1 litro circa di brodo vegetale
ciuffo di prezzemolo
olio extravergine di oliva
sale
pepe nero


Preparazione:
In una pentola si mette un filo di olio extra vergine di oliva, si unisce il riso per farlo tostare, si bagna con il vino bianco e si lascia evaporare, si sala e si pepa. Si comincia ad unire un mestolo di brodo vegetale e si prosegue la cottura aggiungendo il brodo ogni volta che il precedente è stato assorbito. A metà cottura si aggiungono i gamberetti sgusciati e si prosegue unendo il brodo vegetale.  Quasi alla fine della cottura del riso si aggiunge la salsa di tartufo nero e si manteca con il parmigiano grattugiato. S’impiatta il riso guarnendo con il prezzemolo.



mercoledì 15 febbraio 2012

Medaglioni di patate ripieni di pollo

Una semplice ricetta per riciclare il pollo lesso; per dargli un po’ di sapore ho aggiunto la mortadella e il curry. I medaglioni li ho cotti al forno, ma si possono friggere. Sono ottimi sia caldi che tiepidi.






Ingredienti:
4 patate medie
150 g di pollo (cosce o petto) lesso
50 g di mortadella
40 g di Parmigiano Reggiano o Grana Padano
1 uovo
1 cucchiaino raso di curry
pizzico di noce moscata
pangrattato q.b.
olio extra vergine di oliva
sale
pepe nero


Preparazione:
Si lessano le patate intere, una volta cotte si privano della buccia e si passano nello schiacciapatate. Si versano in una ciotola, si aggiunge l’uovo, il sale, il pepe e il pizzico di noce moscata. Si amalgama il tutto per bene.
Nel mixer si mette il pollo lesso, la mortadella, il parmigiano, il curry ed un filo di olio extra vergine di oliva; si trita il tutto.
Si prende parte del composto di patate si forma un buco al centro e si riempie con il composto di pollo. Si forma una palla, si schiaccia a formare un medaglione, si passa bene nel pangrattato e si dispone su una teglia ricoperta di carta da forno; si procede così fino alla fine degli ingredienti. Si mette un filo di olio extra vergine sopra i medaglioni e s’inforna a 180° C per 20-30 minuti. Oppure, per chi lo preferisce, si possono friggere in abbondante olio di semi di arachidi.






lunedì 13 febbraio 2012

Zuppa di cipolle

Come ho scritto più volte, ho una passione per la cipolla un grande ortaggio dal sapore forte e deciso da cruda, morbido e dolce da cotto. Proprio per gustare la sua dolcezza che ho scelto di renderla zuppa.
La zuppa di cipolle è un piatto povero - i miei preferiti - per eccellenza. Nasce dalla cucina di un tempo quella basata sulla lentezza, sull’attesa della sua completa macerazione per divenire una purea dolce da sciogliersi in bocca. Una vera delizia.
Piatto molto celebre nella cucina francese, la soupe à l’oignon, e come tutti i piatti tradizionali esistono numerose versioni con aggiunte di ingredienti per renderla più ricca e saporita.









Ingredienti:
500 g di cipolle dorate
150 g di groviera
30 g di burro
500 ml di brodo vegetale
200 ml di latte
1 cucchiaio di farina
sale
pepe nero

4 fette di pane


Preparazione:
Si sbucciano le cipolle e si tagliano a fettine sottile. In un tegame si fa sciogliere il burro si aggiungono le cipolle e si fanno appassire a fuoco basso per 10 minuti. Si spolverizza con la farina setacciata e si mescola, poi si inizia ad aggiungere il brodo vegetale unito al latte, si sala e si pepa. Si lascia cuocere a fuoco basso per  40-50 minuti.
Si tostano leggermente le fette di pane, si mettono in un piatto o in zuppiere individuali si distribuisce un po’ di groviera grattata e a piacere un po’ di burro; si versa la zuppa e si ricopre con altra groviera grattata, si pepa e si lascia riposare per alcuni minuti, finché il formaggio si scioglie.
Volendo si può gratinare la zuppa in forno per qualche minuto, in quel caso si metterà la zuppa in una pirofila o in zuppiere singole.
Si può accompagnare con altro pane tostato.








§§§


Prima di chiudere questo post, vorrei ricordare una poesia dedicata alla cipolla della poetessa polacca a me cara Wislawa Szymborska, scomparsa il primo febbraio.

 La cipolla è un'altra cosa.
Interiora non ne ha.
Completamente cipolla
fino alla cipollità.
Cipolluta di fuori,
cipollosa fino al cuore,
potrebbe guardarsi dentro
senza provare timore.

In noi ignoto e selve
di pelle appena coperti,
interni d'inferno,
violenta anatomia,
ma nella cipolla - cipolla,
non visceri ritorti.
Lei più e più volte nuda,
fin nel fondo e così via.

Coerente è la cipolla,
riuscita è la cipolla.
Nell'una ecco sta l'altra,
nella maggiore la minore,
nella seguente la successiva,
cioè la terza e la quarta.
Una centripeta fuga.
Un'eco in coro composta.

La cipolla, d'accordo:
il più bel ventre del mondo.
A propria lode di aureole
da sé si avvolge in tondo.
In noi - grasso, nervi, vene,
muchi e secrezioni.
E a noi resta negata
l'idiozia della perfezione.

Wislawa Szymborska, La Cipolla


La poetessa descrive la cipolla nella sua completezza, nella sua perfezione assoluta che è una caratteristica che non appartiene al genere umano; come ci suggerisce nel finale, inseguirla è un'idiozia. 




venerdì 10 febbraio 2012

Farfalle con acciughe e arance

Questa ricetta, l’ho tratta dalla rivista mensile Nuovo Consumo Gennaio - Febbraio, nella rubrica A tavola curata da Paola Ramagli; il Menù era dedicato agli agrumi. Mi ha stuzzicato questo primo piatto veloce, semplice, profumato, economico e soprattutto molto Mediterraneo.







Ricetta tratta dal mensile Nuovo Consumo Gennaio - Febbraio 2012, anno XXI, 213, A Tavola a cura di  Paola Ramagli. Tra parentesi le mie variazioni.

Ingredienti:
500 g di farfalle (400 g)
12 acciughe fresche (filetti di alici sott’olio)
60 g di pangrattato
succo di 1 arancia
30 spicchi di arancia pelati a vivo
buccia di mezza arancia tagliata a julienne
1 manciata di pinoli (leggermente tostati)
foglioline di menta fresca
olio extra vergine di oliva
spicchio di aglio (mia aggiunta)
pepe nero (mia aggiunta)


Preparazione:
 In un’ampia padella si fa imbiondire l'aglio tagliato a pezzettini con l'olio extra vergine di oliva, si aggiungono le acciughe pulite e tritate, io ho utilizzato i filetti di alici. Si fanno sciogliere per alcuni minuti, poi si aggiunge il succo di arancia e poco dopo il pangrattato, gli spicchi d’arancia pelati a vivo, le bucce di arancia tagliata a julienne e i pinoli (io li ho prima leggermente tostati). Si fa insaporire alcuni minuti. Nel frattempo si fa cuocere la pasta al dente, si scola e si fa saltare nel sugo per un minuto. S’impiatta e si aggiungono le foglioline di menta fresca.








mercoledì 8 febbraio 2012

Focaccia ripiena con cipolle borettane ed olive verdi

Le cipolle con  le olive è uno dei ripieni che preferisco per le focacce.





Ingredienti:

Per la pasta
230 di farina 0
15 g di lievito di birra
160 g di acqua
20 g di olio extra vergine di oliva

Per il ripieno:
6 cipolle borettane medie
80 g di olive verdi denociollate
olio extra vergine di oliva
sale
pepe nero


Preparazione:
In un pentolino si fa intiepidire l'acqua, si versa in un bicchiere e si sbriciola il lievito, si mescola e si fa sciogliere completamente per 10-15 minuti circa.
In una ciotola capiente si versa la farina setacciata, il lievito e si inizia ad amalgamare aggiungendo la restante acqua e l'olio. Si lavora fino a quando tutti i liquidi non saranno ben amalgamati.
Si prende l'impasto e si comincia a lavorare energicamente sulla spianatoia infarinata per 15-20 minuti, fino ad avere un composto consistente morbido ed elastico. Si dà la forma di una palla e si mette in una capiente ciotola unta di olio e si copre con un panno. Si lascia a lievitare nel forno spento per 2-3 ore circa, fino a quando raddoppia il volume.

Nel frattempo si tagliano a fettine le cipolle si mettono in una padella con olio extra vergine di oliva si fanno cuocere coperte a fuoco basso per 15-20 minuti. Poi si sala, si pepa e si aggiungono le olive verdi tagliate a rondelle.

Passato di tempo di lievitazione. Si prende la pasta si divide in due panetti e si lascia riposare per 10 minuti circa. Si prende un panetto di pasta, si allarga con la punta delle dita sulla spianatoia. Poi si mette nella teglia unta di olio extra vergine di oliva si riempie con le cipolle e le olive e si ricopre con l’altro panetto di pasta anch’esso allargato con le punte delle dita sulla spianatoia, si bucherella con la forchetta la parte superiore e si lascia riposare per 20 minuti circa.

Si inforna nel forno preriscaldato a 240° nella parte bassa e si fa cuocere per 10 minuti circa,  poi si trasferisce nella parte media per altri 10 minuti, comunque fino la fine della cottura.








lunedì 6 febbraio 2012

"Quanti modi di fare e rifare..." le Fettuccine dolci

Questo mese per l’iniziativa Quanti modi di fare e rifare... è stata scelta una “mia” ricetta le Fettuccine dolci. Dei “dolcetti” a cui sono particolarmente legata, perché era solita farli mia madre nel periodo di carnevale.


Fettuccine dolci


Ingredienti:

Per la sfoglia
300 g di farina 00
40 g di burro
3 uova
2 cucchiai di zucchero semolato
pizzico di vanillina

Per il ripieno
scorza grattugiata di 3 arance  e 3 limoni possibilmente non trattati
zucchero semolato q. b.


olio di semi di arachidi
zucchero a velo


Preparazione:
In una ciotola si mette la farina setacciata con le uova, lo zucchero, il burro fuso e il pizzico di vanillina. Si impasta fino ad ottenere un composto sodo ed elastico. Si tira la sfoglia abbastanza sottile,  si cosparge di zucchero semolato e di scorza grattugiata di 3 limoni e arance.


Fettuccine dolci, preparazione


Si piegano le estremità della sfoglia verso il centro, poi si cosparge un po’ di zucchero e si ripiega di nuovo le due estremità verso il centro, infine si ripiega (Ho voluto rendere le fettuccine ancora più piccole rispetto alla volta scorsa, facendo una seconda piegatura). Si taglia a fette larghe 1 centimetro circa.
(Volendo si può arrotolare la sfoglia su stessa e si taglia a fette di 1 centimetro circa).


Fettuccine dolci, crude




Fettuccine dolci-1


Le fettuccine così ottenute si friggono in abbondante olio di semi di arachidi, devono essere dorate, si scolano e si lasciano ad asciugare su una carta del pane o una carta assorbente per fritti.
Una volta fredde, si mettono in un vassoio e si spolverano con lo zucchero a velo (questa volta ho utilizzato poco zucchero a velo).


Fettuccine dolci, particolare







Sono particolarmente contenta che questa ricetta, capiti oggi il 6 febbraio giorno in cui ricorre il primo compleanno di Quanti modi di fare e rifare... 
Ringrazio le ideatrici e curatrici e tutte le compagne di viaggio di questa bella iniziativa. 

Auguri!






Quanti modi di fare e rifare…


Quanti modi di fare e rifare



Appuntamento al 6 Marzo con

Cjalsons aromatici di Stefania del blog Nuvole di farina







venerdì 3 febbraio 2012

Tortiglioni con canocchie

Canocchie o pannocchie o cicala di mare ci sono vari nomi per identificare questo crostaceo conosciuto per la bontà della polpa e utilizzato soprattutto nelle zuppe di pesce o - come le preferisco - scottate in padella con tanto peperoncino. Ho pensato di utilizzarle come condimento di una pasta, ho scelto come formato i tortiglioni.







Ingredienti:
400 g di tortiglioni
12  canocchie o pannocchie o cicala di mare
200 g di passata di pomodoro
1 spicchio di aglio
1 mazzetto di prezzemolo
mezzo bicchiere di vino bianco secco
olio extra vergine di oliva
sale
peperoncino


Preparazione:
In un’ampia pentola si porta ad ebollizione l’acqua, si immergono le canocchie e si fanno sbollentare per 5 minuti, si scolano e si fanno raffreddare. Si prendono 3 canocchie e con delle forbici da cucina si taglia sul ventre e si estrae la polpa che si mette da parte.
Si prende un tegame si fa imbiondire l’aglio con l’olio extra vergine di oliva e il peperoncino, si aggiunge la polpa tagliata a pezzetti si fa insaporire per alcuni minuti e poi si aggiungono le 9 canocchie intere, si fanno cuocere a fuoco vivo per 1 minuto e si irrora con il vino, si sfuma, si aggiunge la passata di pomodoro, si sala e si fa cuocere il tutto per 10 minuti circa.
Nel frattempo si lessa la pasta, si scola e si unisce al sugo di canocchie, si aggiunge un filo di olio extra vergine di oliva e un po’ di prezzemolo tritato. Si impiatta e si aggiunge a piacere altro prezzemolo tritato.






mercoledì 1 febbraio 2012

Arrotolato di tacchino

Tra la carne di pollo e di tacchino preferisco quella di pollo. Tuttavia la carne di tacchino è un ottimo alimento a livello nutrizionale, perché è ricca di proteine e povera di grassi. In questo caso, però, ho sopperito alla mancanza di grassi aggiungendo una sorta di ripieno composto di un battuto di pancetta arrotolata, salvia, rosmarino ed aglio. Un modo piuttosto semplice e comune per dare più gusto alla carne di tacchino.









Ingredienti:
2 sovracosce di tacchino (1 kg circa)
70 g di pancetta arrotolata
2 spicchi di aglio
alcune foglie di salvia
1 rametto di rosmarino
mezzo bicchiere di vino bianco secco
olio extravergine di oliva
sale
pepe nero


Preparazione:
Si fa un battuto di pancetta arrotolata, spicchi di aglio, salvia e rosmarino. Si disossano le sovracosce di tacchino eliminando i nervetti, si batte un po’ la carne con il batticarne, si pepa, si sale e si distribuisce il battuto. Si arrotola e si ferma con dello spago da cucina.




Si mettono i due rotoli in una teglia ricoperta di carta forno e si fanno cuocere a forno ben caldo a 180° C per 30 minuti, poi si irrora con il vino bianco secco e si lascia cuocere per altri 40-50 minuti.
Una volta cotti, prima di tagliarli si fanno raffreddare avvolgendoli su carta stagnola in modo da far distendere le fibre e facilitare il taglio. Si serve con il suo sugo.