mercoledì 27 febbraio 2013

Cake al semolino, cocco e marmellata di arancia


Alcuni giorni fa mi sono imbattuta in un articolo che raccontava la storia di due chef uno israeliano di origine italiane e tedesche Yotam Ottolenghi, e uno palestinese Sami Tamimi che hanno aperto una catena di ristoranti e negozi di specialità gastronomiche a Londra; riscuotendo molto successo.
Sono nati entrambi a Gerusalemme e per varie ragioni si sono incontrati a Londra alla fine degli anni Novanta. Dopo una chiacchiera e l’altra hanno cominciato a ricordare i piatti della cucina della loro città e da lì è nata la loro amicizia e il progetto comune che li ha portati al successo. Anni dopo sono tornati a Gerusalemme alla ricerca della loro identità culinaria, in una città “che abbraccia di tutto, dai monaci copti agli ebrei ultraortodossi, dove ognuno cucina le specialità etniche in modo così autentico, dove «tutto è ripieno»”. Da qui è nato Jerusalem un libro di ricette israeliane e palestinesi (sia autentiche che «rivisitate»).
Mi aveva molto colpito la loro storia, perché dimostra quanto la cucina possa essere oltre che un terreno di scambi anche un terreno di unione e di pace.
Il giorno dopo scorrendo tra i blog leggo il post di Patty che riprendeva un dolce dal libro di Yotam Ottolenghi e Sami Tamimi: una torta di semolino con cocco e marmellata di arance. La ricetta mi ha subito conquistato, per la facilità e per come si presentava, ma sicuramente ha influito anche la storia dei due chef che mi aveva colpito il giorno prima. Così ho pensato di provare il dolce riducendo le dosi. Mi è piaciuto molto il profumo, il sapore dell’arancia e del cocco, ho apprezzato anche la consistenza morbida e umida che caratterizza il dolce.











Semolina, Coconut & Marmalade Cakes da Jerusalem di Yotam Ottolenghi e Sami Tamimi.
Per la ricetta rimando al blog Andante con gusto.
Questa è la versione ridotta.

Ingredienti per uno stampo da plum cake 26x11 (se più piccolo è meglio)
120 ml di succo d'arancia                 
80 g di marmellata di arance fine o senza scorze 
la scorza grattugiata di un'arancia
40 ml di olio di girasole                    
2 uova medie                                       
90 g di semolino                                
45 g di farina 00                                 
35 g di farina di cocco disidratato       
35 g di zucchero semolato                   
1 cucchiaio di farina di mandorle                
1 cucchiaino di lievito in polvere per dolci    


Per lo sciroppo
100 g di zucchero semolato              
70 ml di acqua                                 
mezzo cucchiaio di estratto naturale di fiori d'arancio


Preparazione:
Si preriscalda il forno 180° C. In una grande ciotola si versa il succo d’arancia, l’olio, la marmellata, le uova, la scorza d’arancia si mescola fino a far sciogliere la marmellata.
In un'altra ciotola si versano lo zucchero, il semolino, la farina 00, la farina di cocco, di mandorle, e il lievito, si mescolano e si uniscono agli ingredienti umidi. Si mescola il tutto per bene; il composto deve risultare liquido.
S’imburra e si ricopre lo stampo con la carta da forno si versa il composto. Si mette in forno  e si fa cuocere per 45/60 minuti fino a che la superficie sarà di colore arancio.

Quasi a termine della cottura, si prepara lo sciroppo, mettendo lo zucchero e l’acqua in una casseruola e si porta ad ebollizione.

Appena il dolce esce dal forno, si cominciate a spennellare la superficie con lo sciroppo usando un pennello di silicone. Si ripete l’operazione più volte aspettando che lo sciroppa penetri del dolce fino al completamento dello sciroppo, perché questo determina la riuscita del dolce.
Una volta che il dolce si è raffreddato si toglie dallo stampo, e lasciate raffreddare completamente.

Si può servire il dolce con lo yogurt greco aromatizzato con una goccia di essenza di fiori d'arancio.

Il dolce si conserva per almeno 5 giorni se avvolto in una pellicola. Migliora con il tempo.






Ci sono tanti luoghi che vorrei visitare la lista è lunga. Gerusalemme è nella lista, è una città affascinante ricca di storia oltre che di spiritualità.

Con questo desiderio partecipo al Giveaway "Zonzolata da sogno!" del blog Zonzolando









lunedì 25 febbraio 2013

Holubtsi


Ovvero Involtini di cavolo cappuccio ripieni.
Il piatto di oggi è un piatto ucraino, sono degli involtini di cavolo cappuccio con un ripieno di carne e riso, ma possono essere anche senza carne. L’ho conosciuto alcuni anni fa in una cena composta di piatti tipici dell’est europeo cucinati dalla padrona di casa, Moldava di nascita cresciuta in Ucraina e vissuta per alcuni anni a Mosca. Ricordo che rimasi deliziata da questi involtini, la ricetta è pressappoco questa, ma come ogni ricetta tipica ci sono tante varianti da casa a casa.



Holubtsi




Ingredienti per 10 holubtsi:
12 foglie di cavolo cappuccio
150 g di carne di manzo tritata
 80 g di carne di maiale tritata
50 g di riso (io riso Thaibonnet)
100 g di passata di pomodoro
1 tazza d'acqua di cottura del cavolo cappuccio
1 cipolla piccola
olio extra vergine di oliva
sale
pepe nero


Preparazione:
Si monda il cavolo cappuccio, si tagliano 12 foglie si fanno lessare in acqua bollente per 3 minuti. Si scolano, lasciando da parte 2 tazze di acqua di cottura. Una volta che le foglie si sono raffreddate si affila il centro di ognuna, in modo da consentire l’arrotolamento.
Si fa cuocere il riso in acqua bollente salata, e si scola alcuni minuti prima.
In una padella si fa imbiondire la cipolla tritata in olio extra vergine di oliva, si unisce la carne di manzo e di maiale e si fa colorire per 10 minuti circa, si sala, si pepa, si uniscono le due foglie di cavolo cappuccio tagliate a listarelle ed il riso. Si fa insaporire il tutto.
Si mette un cucchiaio del composto su ciascuna foglia di cavolo, si piegano verso l’interno ciascun lato e si arrotolano, si depositano uno vicino all’altro in una pentola abbastanza alta.
Si miscela una tazza e mezza di acqua di cottura del cavolo cappuccio con la passata di pomodoro, si sala e si pepa. Si versa sugli involtini, si copre e si fa cuocere a fuoco basso per 1 ora e mezza circa, gli ultimi 10 minuti senza coperchio ed a fuoco abbastanza alto per far asciugare un po’ il sugo.







venerdì 22 febbraio 2013

Polentine con carciofi ripassati


La polenta accompagnata da dei carciofi ripassati in padella, con un’ampia spolverata di parmigiano. Semplice e gustoso.










Ingredienti:
250 g di  farina di mais
6 carciofi violetti
80 g di Parmigiano Reggiano o Grana Padano
2 spicchi di aglio
mentuccia
prezzemolo
olio extra vergine di oliva
sale
peperoncino


Preparazione:
Si mondano i carciofi, si tagliano a spicchi e a listarelle i gambi, si fanno cuocere in una padella con olio extra vergine di oliva, aglio tagliato a pezzetti e peperoncino, coperti per 10-15 minuti il tempo di ammorbidirli. Una volta cotti, si salano e si aggiungono le foglie di menta.
In una pentola si porta 1 litro di acqua circa a bollore; si versa a pioggia la polenta. Si mescola a fuoco basso per il tempo indicato nella confezione.
Una volta cotta si mette la polenta in stampi di carta argentati o altri stampi a piacere, oleati, si capovolgono sul piatto e si aggiungono i carciofi ripassati e una bella spolverata di parmigiano grattugiato.






mercoledì 20 febbraio 2013

Finocchi con carote e cipolla rossa gratinati


Un piatto nato per caso, mettendo insieme ingredienti che avevo nel frigorifero. Una ricetta semplice niente di particolare, ma nonostante questo è stata una sorpresa di bontà. L’ho riprovato con la cipolla dorata, buono ma non come con la cipolla rossa.















Ingredienti:
3 finocchi
2 cipolle rosse
2 carote medie
alcune foglie di maggiorana
50 g di parmigiano Reggiano o Grana Padano
50 g di formaggio a pasta molle
mezzo bicchiere di vino rosso (io Sangiovese di Toscana)
olio extra vergine di oliva
sale
pepe nero


Preparazione:
Si mondano, si lavano e si tagliano a fette i finocchi, in un’ampia padella si fanno cuocere con un po’ di olio extra vergine di oliva coperti, il tempo di far perdere l’acqua di vegetazione, si sala e si pepa. In un’altra padella si fa soffriggere in olio extra vergine di oliva le carote tagliate a tocchetti e le cipolle tagliate a fettine per alcuni minuti, si irrora con il vino rosso e si fa evaporare.
In una pirofila si mette uno strato di finocchi, sopra le carote e le cipolle brasate; si copre con un altro strato di finocchi. Si ricopre con i formaggi grattugiati. S’inforna a forno ben caldo a 200° C per 30-40 minuti, fino a formare la crosticina.












lunedì 18 febbraio 2013

Risotto con radicchio rosso di Treviso, Taleggio e nocciole


Un risotto con un abbinamento classico: radicchio rosso di Treviso e Taleggio, a cui ho aggiunto le nocciole tritate.
Il radicchio è in “sofegà” vale a dire cotto con cipolla dorata in padella, coperto e a fuoco lento, fino a quando non è appassito. L’ho aggiunto al riso a più di metà cottura, insieme alle nocciole tritate ed infine ho mantecato con Taleggio e Parmigiano.







Ingredienti:
380 g di riso Arborio
250 g Radicchio Rosso di Treviso
40 g di nocciole tritate
80 g di Taleggio
50 g di Parmigiano Reggiano o Grana Padano grattugiato
1 cipolla dorata
mezzo bicchiere di vino rosso
1 l circa di brodo vegetale
olio extravergine di oliva
sale
pepe nero


Preparazione:
Si lava e si taglia a pezzi il radicchio. In un tegame si fa imbiondire metà cipolla in olio extra vergine di oliva, si aggiunge il radicchio si fa cuocere coperto per far perdere l’acqua di vegetazione; si irrora con il vino si fa sfumare, si sala e si pepa, si copre e si lascia cuocere a fuoco lento per 15-20 minuti circa.
In un tegame si fa imbiondire la restante cipolla in olio extra vergine di oliva, si unisce il riso per farlo tostare, si comincia ad unire un mestolo di brodo vegetale e si prosegue la cottura aggiungendo il brodo ogni volta che il precedente è stato assorbito. A più della metà della cottura si aggiunge il radicchio appassito e gran parte delle nocciole tritate; si continua la cottura si manteca con il Taleggio tagliato a pezzetti ed il parmigiano grattugiato. Si lascia riposare qualche minuto e si serve aggiungendo la granella di nocciole e una spolverata di parmigiano grattugiato.













venerdì 15 febbraio 2013

Pasticcio di patate, broccolo romano e cozze


E’ un pasticcio composto di più strati: uno strato di patate, uno strato di purea di broccolo romano, uno strato di cozze, un altro strato di patate infine il tutto è ricoperto da pangrattato e pecorino romano che formano una crosticina croccante. E’ saporito e nutriente, può essere un secondo di ortaggi e molluschi o un piatto unico.








Ingredienti:
500 g di patate a pasta gialla
1 broccolo romano medio
500 g  di cozze
50 g di pecorino romano
50 g di pangrattato
3-4 filetti di alici sott’olio
1 cucchiaio di capperi dissalati
1 spicchio di aglio
olio extra vergine di oliva
sale
pepe nero


Preparazione:
Si lavano e si spazzolano le cozze, si mettono in una padella coperte e si lasciano aprire con il vapore, si scolano e si sgusciano.
Si monda, si lava e si lessa per alcuni minuti il broccolo romano. Si taglia a pezzetti si mette nel mixer con lo spicchio di aglio, i filetti di alice, i capperi e olio extra vergine di oliva a filo; si riduce in purea.
Dopo aver pelato le patate, si sciacquano brevemente, si riducono a scaglie con il grattaverdure, si condiscono con olio extra vergine di oliva, un pizzico di sale e di pepe nero.
In una pirofila o in cocottine si mette un velo di pangrattato si fa uno strato di patate grattate, uno strato di purea di broccolo, uno strato di cozze in precedenza sgusciate, infine un altro strato di patate grattate. Si spolvera la superficie con pangrattato e pecorino romano. Si mette in forno preriscaldato a 180° C per 40 minuti circa, dipende dal forno, comunque fino a quando risulterà ben cotto e la superficie dorata.













mercoledì 13 febbraio 2013

Arance con aringhe affumicate, cavolo cappuccio ed olive


Dopo le abbuffate di carnevale, un piatto leggero. Un’insalata invernale composta di: arance tagliate a vivo, listarelle di cavolo cappuccio, aringhe affumicate ed olive tipo Gaeta. E’ un’insalata saporita e al contempo fresca. Può essere servita come antipasto o come contorno.







Ingredienti:
3 arance
2 aringhe affumicate di 100 g  circa ciascuno
200 g di cavolo cappuccio
3 cucchiai di olive tipo Gaeta
olio extra vergine di oliva
sale
pepe nero


Preparazione:
Si tolgono le interiora delle aringhe affumicate e si lasciano in acqua fredda per una notte, in modo da togliere un po’ il sale e ammorbidirle. La mattina seguente si sfilettano, si tagliano a pezzetti e si mettono in un’insalatiera.
Si lava per bene il cavolo cappuccio, si taglia sottilmente a striscioline e si aggiunge alle aringhe. Si spreme un’arancia, e il succo ottenuto si unisce al cavolo cappuccio e le aringhe.
Si tagliano a vivo le restanti due arance; si uniscono con le olive alle aringhe e al cavolo cappuccio. Si condisce il tutto con olio extra vergine di oliva, un po’ di pepe nero e un pizzico di sale.











Con questa ricetta partecipo al contest  “A COME ABBRACCIO” del blog  La stufa economica.










lunedì 11 febbraio 2013

Vellutata di verza, con prosciutto crudo e pane croccante


In questi giorni particolarmente freddi, è ideale. Riscalda il corpo e l’anima.







Ingredienti:
300 g di cavolo verza
1 cipolla dorata
1 patata grande
1 cucchiaio di farina di riso
1 cucchiaino di zenzero
1 spicchio di aglio
maggiorana
500 ml circa di brodo vegetale
80 g di Parmigiano Reggiano
4 fette di prosciutto crudo
2 fette di pane raffermo
olio extra vergine di oliva
sale
pepe nero


Preparazione:
Si lava e si taglia a listarelle il cavolo verza, e a tocchetti la patata. In una pentola si fa imbiondire la cipolla in olio extra vergine di oliva, si aggiungono la verza, la patata, la maggiorana, il sale e il pepe; si fa cuocere coperto per alcuni minuti. Si unisce il brodo vegetale caldo e lo zenzero; si lascia cuocere coperto, a fuoco moderato per 20 minuti circa. Passato il tempo si riduce a crema con il mixer ad immersione; si unisce la farina di riso, si mescola e si aggiunge il parmigiano. Si rimette sul fuoco e si mescola per altri 5 minuti, si copre e si lascia riposare per alcuni minuti. Nel frattempo si fa scaldare una pentola antiaderente, si mettono le fette di prosciutto crudo, si fanno sciogliere e rendere leggermente croccanti, poi si tagliano a listarelle.
In un’altra padella si fa imbiondire l’aglio in olio extra vergine di oliva si aggiungono alcune foglie di maggiorana e il pane tagliato a cubetti, si fa dorare.
Si serve la vellutata aggiungendo le listarelle di prosciutto crudo e i cubetti di pane croccante.











venerdì 8 febbraio 2013

Moscardini gratinati ai broccoli


La ricetta l’ho tratta dalla rivista La cucina Italiana di gennaio 2013. La ricetta originaria prevede le seppie; io ho utilizzato i moscardini. Nella foto della rivista le sacche della seppia appaiano aperte; ho preferito lasciarle intere così da formare dei piccoli bocconcini.






Ingredienti:
1 kg di moscardini
180 g di broccoli siciliani
2 fette di pancarrè (due fette di pane)
1 scalogno
1 cucchiaio di grana grattugiato
olio extra vergine di oliva
sale
pepe nero (aggiunta)


Preparazione:
Si puliscono i moscardini dividendo le sacche dai ciuffi dei tentacoli. Si tuffano in acqua bollente, si fanno cuocere per 3 minuti le sacche, mentre si lasciano cuocere i ciuffi per altri 10 minuti.
Si lessano i broccoli in acqua bollente per 8-10 minuti, si scolano.
In un padella si fa soffriggere lo scalogno tagliato a pezzetti. In un mixer si mettono i ciuffi dei moscardini, si tritano e si amalgano con i broccoli e lo scalogno, si sala (e si pepa).
Si farciscono le sacche dei moscardini con il composto e si depositano su una teglia rivestita da carta da forno. Si tritano le fette di pancarrè (di pane) con il parmigiano grattugiato, per ottenere una panure che si distribuisce sui moscardini. S’irrora con un filo d’olio extra vergine di oliva e s’inforna a 250° C (240° C) per 10 minuti, finché non saranno dorate.










mercoledì 6 febbraio 2013

Quanti modi di fare e rifare i Sockerbullar


Questo mese con l’iniziativa di Quanti modi di fare e rifare siamo andati in Svezia da Barbara per fare i Sockerbullar (socker = zucchero; bullar = panini). Sono dei panini con la crema, ricoperti di zucchero, molto simili ai nostri bomboloni alla crema, l’unica differenza è che non sono fritti, bensì cotti al forno. La ricetta l’ha tratta da Jan Hedh che in Svezia è considerato un’autorità’ in fatto di lievitati.










Gammaldags sockerbullar da Jan Hedh, Bröd & kaffebröd.
Io ho dimezzato le dosi, per la ricetta originale rimando al blog di Barbara My Italian smörgåsbord.

Ingredienti

Preimpasto:
300 g di farina (io ho utilizzato 100 g di farina Manitoba e 200 g di farina 00)
12.5 g di zucchero semolato
9 g di lievito secco o 27 g di lievito di birra
250 ml di latte                                                       
                                  

Crema pasticcera:
scorzette di 1 limone
250 ml di latte                                  
3 tuorli d'uovo                                      
60 g di zucchero semolato
20 g di fecola di patate  o amido di mais                      
12 g di burro                                   


Impasto finale:
Tutto il preimpasto
300 g di farina (io ho utilizzato 100 g di farina Manitoba  e 200 g di farina 00)
75 g di zucchero semolato               
12.5 g zucchero a velo vanigliato          
2 tuorli d'uovo grandi                                  
100 g di burro


Guarnizione:
40 g di burro
zucchero semolato a piacere



Preparazione:

Preimpasto
Nella planetaria si fa sciogliere il lievito con il latte e lo zucchero. Si aggiungono le farine miscelate e si impasta a bassa velocità per 5-6 minuti (o per 10 minuti a mano). Si fa lievitare coperto per 30-45 minuti.


Crema pasticcera
E’ meglio farla nell’intervallo tra i due impasti o il giorno prima, perché la crema non deve essere calda quando si farcisce l’impasto.
Si fa bollire il latte con le scorzette di limone e si fa raffreddare. Si montano i tuorli con lo zucchero, e si aggiunge la fecola di patate o l’amido di mais si mescola per farla assorbire. Quando il latte si è intiepidito si versa nel composto e si sbatte con la frusta. Si mette sul fuoco e si aggiunge il burro, si cuoce a fuoco lento fino ad addensarlo.


Impasto finale
Si preriscalda il forno a 250° C (240° C). Al preimpasto si aggiungono, i tuorli, gli zuccheri, e la farina e s’impasta a bassa velocità per 5-6 minuti (o per 10 minuti a mano). Poi si unisce il burro a piccoli pezzi, e si fa impastare per altri 10 minuti a velocità medio-bassa (o per 15-20 minuti a mano). Si lascia lievitare per 30 minuti in una ciotola unta d’olio. Passato il tempo si travasa l’impasto sul piano di lavoro infarinato e si dividere in 4 pezzi, si prende un pezzo e si coprono gli altri con una ciotola capovolta per non far formare la crosta. Si divide il pezzo in parti di 60 g circa o  di 65-75 g circa, la grandezza è a piacere. Si stende leggermente ogni pezzo l’impasto senza farlo sgonfiare con il matterello o con le mani, si mette un cucchiaino di crema al centro, si chiude bene i bordi ed si arrotonda. Si depositano i bomboloni in una teglia ricoperta da carta forno, distanziandoli, perché in cottura aumentano di volume.
Si cuociono per 4-5 minuti a 250° C (240° C) e per altri 4-5 minuti a 220° C. Si tolgono dal forno, si spennellano con burro fuso e si cospargono con lo zucchero semolato.

















Quanti modi di fare e rifare...



Appuntamento al 6 Marzo con










lunedì 4 febbraio 2013

Knödel (Canederli) con lo speck in brodo




Natività, Cappella del Castel d’Appiano
Natività, Cappella del Castel d’Appiano, Missiano, Appiano sulla Strada del Vino (Bolzano)

Nel cortile interno del Castello d’Appiano vi è una piccola cappella romanica a pianta rettangolare, con tre absidi ricoperta di affreschi che risalgono al primo decennio del XIII secolo.
Gli affreschi narrano la storia della vita di Cristo e degli Apostoli. Nella scena della Natività, nella parte in basso a destra, compare la cosiddetta mangiatrice di canederli: la Knödelesserin. E’ una donna seduta davanti ad una padella piena di Knödel, intenta a mangiarne uno.




Natività, Cappella del Castel d’Appiano, Mangiatrice di canederli
Particolare

La scena è un documento importante, perché attesta l’origine antica dei Knödel; sembra che fosse già un piatto in uso nella zona all'inizio della cristianizzazione, composti - ovviamente - solo di avena ed orzo. 
I Knödel con lo speck, invece, sono più “recenti”. Sembra che siano stati preparati per la prima volta da una contadina, per calmare la fame dei Lanzichenecchi giunti al suo maso. Si racconta che la donna impastò tutto quello che aveva: pane raffermo, uova, cipolle, speck, farina, ed erbette, le ridusse in palle e le fece cuocere nell'acqua salata.  I Lanzichenecchi gradirono il piatto, e in cambio non saccheggiarono il maso. 




Per i miei Knödel con lo speck ho seguito la ricetta ufficiale depositata, e li ho serviti con il brodo di carne.









Ricetta depositata dall'Accademia Italiana della Cucina con atto Notaio Finelli di Bolzano di data 8 agosto 2003, quale ricetta ufficiale.

Ingredienti per 4 persone (8 Knödel):
250 g di pane bianco raffermo (panini, rosette con la crosta)
150 g di Speck dell’Alto Adige
2 uova
1/4 di latte
1 cucchiaio di cipolla
1 cucchiaio di burro
2 cucchiai di prezzemolo tritato
1 cucchiaio di erba cipollina tritata
30 grammi di farina (1 -2 cucchiai)
sale
pepe



1,5 l di brodo di carne (aggiunta)
parmigiano a piacere (aggiunta)


Preparazione:
Si taglia il pane a dadini di circa mezzo cm di lato. Si taglia lo Speck a dadini fini di 2-3 mm di lato, non può grossi, perché potrebbe compromettere la tenuta del Knödel.
Si trita finemente la cipolla, si fa rosolare nel burro e si aggiungere lo Speck. In un recipiente si mescola la cipolla, lo Speck e il pane. Si sbattano le uova, si aggiunge il latte, il prezzemolo e l'erba cipollina tritati, si pepa e si sala con moderazione tenendo conte della presenza dello Speck. Si mescola con cura l’impasto e si lascia riposare per 15 minuti circa. Si aggiunge un po' di farina; la quantità deve variare a seconda della consistenza del pane bagnato, uno o due cucchiai di farina non oltre (La farina può essere ulteriormente diminuita o eliminata, se si usa il latte caldo).
Si formano con le mani i Knödel nella forma di palle di diametro di circa 5-6 cm. E’ importante che il pane sia lavorato con delicatezza in modo da conservare la sua struttura porosa; il Knödel non deve essere né asciutto né molle. Se è troppo molle, si rassoda con il pangrattato.




La ricetta ufficiale ricorda che il Knödel anche quello da servire in brodo, va cotto prima in acqua salata bollente, per 15 minuti circa al minimo bollore.
Una volta passato il tempo si prendono con la schiumarola e si depositano in un piatto. Si versa il brodo in ogni piatto e si aggiungono i Knödel (Io ho aggiunto una spolverata di parmigiano).






venerdì 1 febbraio 2013

Spaghetti con arancia e bottarga di tonno


L’abbinamento arancia e alici l’avevo collaudato da tempo, mentre l’arancia con la bottarga ancora no. Ho utilizzato la bottarga di tonno, e il risultato per me è ottimo. E’ un piatto veloce, il tempo di cuocere la pasta.







Ingredienti:
400 g di spaghetti
10 filetti di alici sott’olio
1 arancia (succo e scorza) possibilmente non trattata
1 cucchiaio di bottarga di tonno macinata
40 g di pangrattato
1 spicchio di aglio
olio extra vergine di oliva
sale
pepe nero


Preparazione:
Si fa cuocere abbondante acqua per la pasta. Nel frattempo, in un’ampia padella si mette ad imbiondire uno spicchio d’aglio, si aggiungono i filetti di alici, si fanno sciogliere, si aggiunge il succo dell’arancia  e un po’ di bottarga, si fa cuocere a fuoco moderato per alcuni minuti. Si fa tostare in un’altra padella il pangrattato.
Si scola la pasta al dente, si lascia un po’ di acqua di cottura, si versano gli spaghetti nella pentola con un po’ di acqua di cottura, e un filo di olio extra vergine di oliva, si mescolano per qualche minuto, si toglie dal fuoco si aggiunge il pangrattato tostato, la restante bottarga e il pepe nero a piacere; si continua a mescolare. S’impiatta e si aggiunge un filo di olio extra vergine di oliva e la scorzetta di arancia.


A come Arancia
A come Alici


Con questa ricetta partecipo al contest  “A COME ABBRACCIO” del blog  Lastufaeconomica.