Questo mese con Quanti modi di fare e rifare siamo
andati nella cucina di Jé Ale del blog Un
castello in giardino per preparare il dolce tipico natalizio di Ferrara il Pampapato.
Il Pampato come altre tipologie
di dolci speziati quali il Panforte
di Siena, il Pangiallo di Roma, il Pandolce di Genova ecc. derivano dalla
tradizione medioevale e rinascimentale di preparare per le festività natalizie i
cosiddetti “pani dolci arricchiti” o “pani speziati”.
Sull’anno e sul luogo di origine
della ricetta del Pampapato non ci sono certezze. Sembra che le prime produttrici
di questo dolce siano le monache Clarisse del convento del Corpus Domini di Ferrara, particolarmente conosciute per la
preparazione dei dolci, ma nel monastero non è rimasta alcuna testimonianza
scritta della ricetta o dell’esecuzione.
Alcuni testi di storia e
gastronomia locale raccontano che un giorno in cui il Papa e la sua delegazione
papale vennero a far visita a Ferrara si fermarono nel convento a mangiare. Per
dolce una monaca assemblò quello che aveva in dispensa: farina, cedri, arance candite,
frutta secca e miele. Il dolce ebbe così successo che la delegazione
ecclesiastica ne chiese altri. La monaca allora ne preparò altri dandogli una
forma a "cupola", ad imitazione degli zuccotti dei prelati. Nacque
così il Pampapato, ovvero “Pan del Papa” che, da quell’anno, veniva preparato
ed inviato durante le festività natalizie in omaggio agli alti prelati di Ferrara
e di Roma.
Dopo l’arrivo in Italia del cacao,
alla fine del 1500 inizio del 1600, fu presto aggiunto al dolce; ma quando gli furono
attribuite proprietà afrodisiache, si modificò il nome del dolce da Pampapato a Panpepato. E per non imbattersi in accuse di eresie, le ricette
conservate nei conventi furono distrutte.
A parte il “racconto”, c’è da
dire che questa tipologia di dolce, per la presenza delle spezie tra gli
ingredienti, non può che essere legato ai conventi. Infatti, fin dal XII secolo
le droghe come: cannella, noce moscata e chiodi di garofano erano rare e
costose, così come il cacao, il loro uso era solo un privilegio delle classi
più ricche, dei prelati e dei religiosi. Questi ultimi spesso le ricevevano dai
pellegrini in cambio dell’ospitalità.
Per quanto riguarda il Convento
del Corpus Domini, dai documenti
d’archivio si evincono le numerose offerte, anche sotto forma di prodotti
alimentari, date dai principi d’Este. Inoltre il Corpus Domini aveva un trattamento privilegiato da parte degli
Estensi, per gli stretti rapporti di frequentazione di alcune principesse di
Casa d’Este.
Detto questo, la ricetta che si è
tramandata oralmente nella città fino al 1800 prevedeva, pur con qualche
differenza tra famiglia e famiglia, gli stessi ingredienti: per l’impasto farina,
zucchero (prima miele), mandorle, canditi di cedro, alcune spezie, l’aggiunta
del latte e del cacao; mentre la superficie del dolce era decorata con i diavulin, piccoli confettini di zucchero
colorati.
La copertura di cioccolato è
successiva, risale ai primi anni del 1900 grazie al pasticcere di origini
milanesi Guido Ghezzi che aveva appreso in Svizzera l'arte della lavorazione
del cioccolato. Egli pensò di rinnovare il dolce tipico ferrarese arricchendolo
di una copertura di cioccolato. La scelta fu un successo sia a livello locale,
nazionale ed internazionale tanto che ottenne riconoscimenti all’Esposizione di
Parigi (1908), di Londra (1909) di Bruxelles (1910), e all’Esposizione di
Torino, fu premiato con il “Diploma d’Onore” (1911).
Fonti:
Per il Panpapato senza glutine vedere la ricetta del blog Un castello in giardino
Ingredienti per un Panpapato medio:
125 di farina 00
100 g di zucchero semolato fine
37.5 g di cacao amaro in polvere
35 g di pinoli interi
35 g di mandorle tritate grossolanamente
50 g di canditi misti a dadini (cedro, arancia, ciliegie)
4 g di cannella in polvere
2 chiodi di garofano pestati
mezzo cucchiaino di lievito per dolci
75 ml di latte
mezza tazzina di caffè
Copertura
80 g di cioccolato fondente extra
Preparazione:
In una ciotola si mettono i canditi,
la frutta secca e le spezie, si mischiano e si lasciano riposare un poco.
In un’altra ciotola si mette la
farina setacciata, il cacao in polvere, lo zucchero, il lievito, si mescola, si
fa una fontana e all'interno si mette il composto con le spezie. Si lavora un
po’ e piano piano si aggiungono i liquidi, il composto deve essere piuttosto sodo,
non liquido.
Si dà la forma a cupoletta e si
mette su una teglia da forno, ricoperta da carta forno (Io ho messo il composto
all’interno di un coppapasta ricoperto di carta forno).
S’inforna a forno caldo a 160 °C
per 40 minuti circa; deve risultare asciutto alla prova stecchino. Si toglie
dal forno e si lascia raffreddare. Una volta completamente freddo, si ricopre
con il cioccolato fondente sciolto a bagno maria. Prima si spalma sulla base, una
volta solidificato si ricopre la parte superiore.
Se consumato i giorni successivi
è ancora più buono.
Quanti modi di fare e
rifare...
Appuntamento al 6 gennaio
con il
del blog Le mille e una passione
Din...din..din..din..
RispondiEliminaBuongiorno cara Fr@!
Natale sta arrivando!! Col suo carico, come sempre, di grandi speranze, amore e meravigliose ricette!!
Anna e Ornella ti ringraziano per aver rallegrato e profumato la grande cucina della Cuochina con questo meraviglioso Pampapato!
Ti aspettiamo anche per il 2014 per preparare insieme tante ottime, squisite ricette, iniziando il 6 di gennaio con il famoso e sempre gradito Tiramisù!
Che il Natale sia gioia per te e famiglia e l'anno nuovo porti tanta salute, fortuna e serenità.
Un abbraccio
la Cuochina
Bellissimo anche il tuo panpepato...davvero ricchissimo!!!
RispondiEliminaA presto!!
Anche io difatti ho una mia versione.. è troppo goloso.. e mi piace tantissimo perchè adoro la frutta secca ed i sapori speziati.. un bacio e buon w.e.;-)
RispondiEliminaBuonissimo!!!
RispondiEliminaDavvero perfetto per Natale! E' bellissimo! Sa di dolci di una volta! :)
RispondiEliminaOttimo adoro i dolcetti con le spezie mi ricordano la mia infanzia con nonna austro-ungherese. Buona fine settimana,
RispondiEliminaNon è tra i miei dolci preferiti ma devo ammettere che il tuo fa una certa gola!!!
RispondiEliminaAnche il tuo mi fa proprio gola... complimenti per la ricerca storica.
RispondiEliminaè da tanto che giro intorno a questo dolce, sarebbe stata un'ottima occasione per sfornarlo oggi ma accidenti non riesco più a star dietro alle scadenze :( chissà se ce la faccio per Natale, mi ispira troppo...un bacio, buon we
RispondiEliminaBellissimo e goloso, perfetto il Natale. Un abbraccio, buon fine settimana Daniela.
RispondiEliminaciao Fr@,
RispondiEliminaguarda il tuo pampapato è bellissimo, ma ha un ingrediente in più : la sua storia scritta così bene e così affascinante che l'abbiamo letta con grande piacere.
Cari auguri per tutto e un bacio dalle 4 apine
l'ho mangiato proprio a Ferrara e ricordo il suo delizioso sapore, buon we cara !
RispondiEliminaChe bello ha un aspetto regale complimenti !!!!
RispondiEliminaUn abbraccio :-))))
Che bello anche il tuo pampepato, Fra, ti auguro buonissime feste, bacioni
RispondiEliminaBravissima Fr@ una ricerca bibliografica da vera storica, molto interessante! complimenti anche per il dolce ...vero che è buonissimo? un bacione!
RispondiEliminaBravissima! Preparazione meravigliosa e perfetta per Natale, dev'essere davvero buonissimo
RispondiEliminaNon l'ho mai assaggiato ma contiene tutti i sapori e i profumi che mi piacciono molto, brava!!!
RispondiEliminaBuon fine settimana
Ciao Fr@, ci crediamo che la scelta del pasticcere milanese di ricoprire il pampapato sia stata un successo è davvero buonissimo, che bella la tua fetta, da addentare!
RispondiEliminaBuone feste!!!
Non l'ho mai provato ed è un vero peccato. complimenti!!!
RispondiEliminaMa che bel post, una ricostruzione storica davvero completa!!!! ora, oltre ad averlo assaggiato e terminato:-) sappiamo tutto sul pampapato!!!!
RispondiEliminaComplimenti il tuo è davvero perfetto!!!!
Ciao, a presto .....
Molto interessante la nota storica!
RispondiEliminaChe bella questa fetta a primo piano, sei bravissima, complimenti!
Buone feste!
è venuto benissimo!! mi tocca ripetere a Natale a grande richiesta a casa mia :)
RispondiEliminaè un autentica specialità meglio se ogniuno lo fà diverso dall'altro
RispondiEliminaMa complimenti per questo dolce della tradizione ! Assomiglia un po' al panforte toscano ma con quella copertura di cioccolato è unico !!!
RispondiEliminaVeramente molto bella anche la tua versione...non saprei quale scegliere!!!
RispondiEliminaBravissima.
In questi giorni sulle riviste di cucina il panpapato impazza, sono incerta, solo per questioni di tempo, se farlo o meno. Poi apro il tuo blog e trovo questa meraviglia! :-)
RispondiEliminaNon ho avuto mai il piacere di assaggiarlo, ma il tuo è davvero splendido! Buona serata
RispondiEliminaha un aspetto godurioso, prendo nota perchè io non l'ho mai preparato, un abbraccio SILVIA
RispondiEliminabello bello e carico di profumo!! Buone Feste jè
RispondiEliminaVeramente goloso, ne mangerei una fetta per tirarmi su dopo una giornata con 25 piccole pesti.
RispondiEliminaCiao
fantastica preparazione e presentazione... mi hai fatto conoscere un dolce a me sconosciuto ed è sempre piacevole leggere la storia e la tradizione di una preparazione... immagino la golosità solo a guardare la fetta... complimenti di cuore:*
RispondiEliminacomplimenti per la tua versione e per tutte le notizie storiche. A rileggerci presto
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