Quanno vierà er pangiallote vojjo dà 'na fetta de Natale
Giuseppe Gioacchino Belli, La dogana de terra a Piazza de Pietra (Roma 23 ottobre 1831)
Tra i dolci tradizionali per le feste di Natale a Roma c’è il Pangiallo. E’ un dolce il cui nome è dato dal colore dorato della superficie, ha forma di pagnottina ed è composto di pasta di pane arricchita da miele, frutta secca, canditi e spezie.
A quanto sembra, un pane simile veniva regalato nella Roma imperiale nel corso della festa del Solstizio d'Inverno, per evocare con il suo colore il ritorno del sole.
In origine si otteneva impastando solo il miele con il cedro candito e la frutta secca. Poi con gli anni si è arricchito di altri ingredienti fino a diventare un pane arricchito.
Come ogni ricetta tradizionale ci sono tante versioni soprattutto per la presenza o meno di alcuni ingredienti come il cioccolato fondente, i pistacchi e spezie varie.
Ingredienti per una pagnottina:
100 g di farina 0
1 g di lievito di birra
50 ml di latte
acqua q.b.
7 g di miele (un cucchiaino)
50 g di nocciole tostate
50 g di pinoli tostati
50 g noci sgusciate
50 g di mandorle spellate
50 g di uva passa
50 g di canditi
4 fichi secchi
4 g di noce moscata
20 ml di Marsala Fine I.P. Ambra Semisecco DOC
Pastella:
25 g di farina (un cucchiaio)
8 g di olio extra vergine di oliva (un cucchiaio)
1 cucchiaio di acqua
Preparazione:
In un pentolino si fa intiepidire il latte, si versa in un bicchiere e si sbriciola il lievito, si mescola e si fa sciogliere completamente per 5-6 minuti circa.
In una ciotola capiente si versa la farina setacciata, il lievito e si inizia ad amalgamare aggiungendo un po’ d’acqua, si lavora energicamente sulla spianatoia infarinata per 10-15 minuti, fino ad avere un composto consistente ma morbido. Si aggiunge il miele disciolto in acqua, la frutta secca, l’uva passa in precedenza ammollata per 20 minuti in acqua tiepida e alcune gocce di Marsala, i canditi, i fichi secchi tagliati a pezzetti e la noce moscata. Si impasta il tutto si dà la forma di una pagnottina, si dispone su una teglia ricoperta di carta forno e si lascia riposare minimo 6 ore, meglio tutta una notte.
Passato il tempo si fa una pastella abbastanza densa con farina, acqua, olio extravergine di oliva e si spalma sulla superficie della pagnottina, s’inforna a 180° C per 50-60 minuti fino a che non avrà un colore dorato.
Una volta cotta si sforna e si lascia raffreddare. Si può mangiare subito oppure si può conservare benissimo per diversi giorni.
Con questo dolce tipicamente romano partecipo al contest Strenne di Natale: tu cucini, Scelte diGusto premia! di Tiziana del blog Pecorelle di Marzapane in collaborazione con Scelte di Gusto, il giornale di cultura ed informazione enogastronomica.
Ma che bontà...
RispondiEliminache buoni che sono e non vedo l'ora di magiare quelli che ogni anno prepara mia mamma; io non li ho mai fatti perchè su tutti i piatti tradizionali le lascio campo liberissimo. Un abbraccio
RispondiEliminanon conoscevo questo dolce, i lievitati mi piaciono tanto, dovrei impegnarmi di piu':).
RispondiEliminaConosco la delizia di questo pane... Buonissimooooo, brava!!! Baci
RispondiEliminaNon li conoscevo! ....grazie per la ricetta! Sono carini anche da regalare! ciao
RispondiEliminaNon conoscevo questo dolce, davvero meraviglioso!!!
RispondiEliminaSono sincera, neanch'io lo conoscevo, è una delizia: ricchissimo di frutta secca e canditi!
RispondiElimina^-^
Brava!!!
Un bacione
Brava! Io non l'ho mai preparato ma mia suocera (che ha molto più tempo di me...) li fa tutti gli anni, un abbraccio SILVIA
RispondiEliminaChe buono dev'essere Fr@, ne ho sempre sentito parlare dai miei parenti che vivono a Roma, ma non ho mai avuto il piacere di assaggiarlo!
RispondiEliminaCon la tua ricetta potrò prepararlo...e togliermi la curiosità! ;-)
Un abbraccio
Mia cara Fr@, bellissima questa tua partecipazione ^___^
RispondiEliminaGrazie di cuore! Il pangiallo, per me un misterioso sconosciuto, mi sà di divino.
Ti abbraccio,
Tiziana
p.s. aggiorno il post con le ricette domani e ti inserisco in gara ^_^ baci
ecco qui la versione romana! Molto interessante e gustoso. Non lo conoscevo e mi sa che lo provo! Un bacio e grazie per le dettagliatissime spiegazioni
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