I panigacci sono una sorta di piccoli pani composti da una pastella di acqua, farina e sale; sono originari di Podenzana una località sulle colline della Lunigiana in provincia di Massa Carrara.
Gli originali Panigacci di Podenzana sono cotti su un caratteristico testo di terracotta rovente, che è a forma di piccola ciotola dai bordi bassi di circa 12-15 centimetri. I testi vengono impilati in modo tale che la pastella stando nel mezzo si cuoce sui due lati.
L’origine del nome potrebbe derivare secondo alcuni studi da panisgacio, vale a dire pane vicino dato dall’unione dei due parole una latina ed una greca: panise e gacio. Altri studi, invece, sostengono che il nome derivi dall’antico cereale utilizzato il panìco, un cereale simile al miglio.
I panigacci in genere vengono serviti accompagnati da salumi, formaggi ed erbe, oppure semplicemente conditi con olio extra vergine di oliva e formaggio pecorino grattugiato.
Li ho visti da lei e incuriosita ho voluto provarli, non avendo i testi tipici e soprattutto un forno a legna, li ho cotti su una piastra calda unta di olio extra vergine di oliva, girandolo un paio di volte.
Li ho serviti accompagnati da un salume tipicamente toscano La Sbriciolona ed olive nere condite con semi di finocchio.
Semplicemente buoni!
Ingredienti:
Per circa 16 panigacci di 12-13 cm
400 g di farina 0
400-500 g circa di acqua dipende dalla farina
olio extra vergine di oliva
sale
Preparazione:
In una ciotola si mette la farina setacciata, il sale, si unisce l’acqua poco per volta fino a formare una pastella non troppo liquida, ma neanche eccessivamente densa. Si copre e si lascia riposare minimo 20 minuti.
Si fa scaldare una piastra o una padella antiaderente si copre con un sottile strato di olio extravergine d’oliva, si vera un mestolo di pastella sul fondo, formando un disco sottile più o meno di 3 millimetri.
Si fa cuocere 3 minuti circa per lato, girandolo un paio di volte. Si continua così con la restante pastella, ungendo ogni volta la piastra o la padella con un filo d’olio extravergine d’oliva.
Si servono caldi.
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