lunedì 30 settembre 2013

Millerighe con pomodorini e provolone



E’ un primo molto veloce e molto gustoso. Parte dei pomodorini li ho utilizzati per un sughetto e parte li ho “caramellati” in padella. Poi ho aggiunto il provolone di Formia (ne avevo parlato già qui) che dona un piacevole tocco “piccante” che mi piace molto.



Pasta con pomodorini e provolone di Formia




Ingredienti:
380 g di millerighe trafilati in bronzo
250 g di pomodorini
80 g circa di Provolone di Formia stagionato 24 mesi o altro provolone piccante
1 cipolla bianca media
1 spicchio di aglio
peperoncino
origano
olio extra vergine di oliva
sale


Preparazione:
Si tagliano i pomodorini a metà. In un’ampia padella si fa soffriggere l’aglio, la cipolla tagliata a pezzetti e il peperoncino; si aggiungono metà dei pomodori, si sala, si aggiunge l’origano, si fanno cuocere a fuoco vivace per 10 minuti circa. Mentre l’altra metà dei pomodorini si dispongono nel verso del taglio su una padella antiaderente calda con un po’ di sale grosso, in modo da farli “caramellare”.
Si cuoce la pasta in abbondante acqua salata, si scola al dente si trasferisce nella padella con il sugo, si aggiunge un filo di olio extra vergine di oliva e si fa saltare per un minuto. Poi si aggiungono i pomodorini “caramellati”. S’impiatta e si aggiunge il provolone tagliato a scaglie.










venerdì 27 settembre 2013

Pastel de berenjenas



Ho letto la ricetta di questo piatto su un settimanale, in una rubrica dedicata alla cucina del mondo curata da Chef Kumalè (Vittorio Castellani) giornalista, organizzatore di eventi e docente.
E’ un piatto argentino che come scrive l’autore, è tra la parmigiana italiana e un ripieno di empanadas galiziana. Mi ha incuriosito, perché leggendo la ricetta mi ha ricordato un po’il moussakà greco.




Melanzane con carne macinata uvetta olive



Ingredienti:
4 melanzane lunghe
200 g di carne macinata di manzo o di maiale  (manzo)
100 g di farina
30 g di uvetta
2 pomodori ramati
1 manciata di olive verdi denocciolate
250 ml di latte intero
1 uovo
mezza cipolla   (rossa di Tropea)
1 cucchiaino di paprika dolce
olio extra vergine di oliva
sale
pepe nero

100 g di parmigiano (aggiunta)


Preparazione:
Si lavano e si sbucciano le melanzane, si tagliano per lungo in fette sottili, si passano nella farina, si friggono e si scolano dall’olio in eccesso.
In una padella si fa imbiondire in olio extra vergine di oliva la cipolla tagliata a pezzettini; si unisce la paprika e i pomodori spellati e tagliati a cubetti. Si fanno insaporire per alcuni minuti e si aggiunge la carne macinata e si fa colorire. Poi si uniscono le olive verdi tagliate a rondelle e l’uva passa in precedenza fatta rinvenire, si sala e si pepa. Si fa cuocere coperto per 20-30 minuti.
Si sistema su una teglia uno strato di melanzane, si stende parte del ripieno, si copre con altre melanzane e si continua così fino alla fine degli ingredienti.
Si sbatte l’uovo e si aggiunge al latte caldo, si mescola e si versa sulle melanzane, io ho aggiunto anche il parmigiano. S’inforna a forno caldo a 180° C e si lascia cuocere fino a far colorare la superficie.






mercoledì 25 settembre 2013

Pizzi leccesi



Durante le mie ultime estati nel Salento oltre al buon pane e alle Pucce, ho apprezzato molto i Pizzi leccesi. Sono dei pani conditi, vale a dire che oltre alle farine, acqua, lievito olio extra vergine di oliva nell’impasto viene aggiunto pomodoro, cipolla, peperoncino ed olive nere salentine con il nocciolo.
L’origine di questi panini conditi è antica, sembra che provenga dal cuore del Salento, nella zona denominata Grecìa Salentina. Una zona dove la presenza greca è attestata fin dall’epoca antica (Magna Grecia), ed in particolare nell'VIII secolo dovuta all'emigrazione di molti religiosi a causa delle contese sull'iconoclastia e dei greci a seguito delle campagne militari dell'imperatore Basilio I.  I numerosi villaggi sorti in questa zona avevano cultura e lingua greca; con il passare dei secoli, la lingua greca si contaminò con la lingua neolatina e locale fino ad arrivare a parlare un dialetto neo-greco noto come grecanico o griko che ancora oggi si parla.
Nella Grecìa Salentina questo pane è chiamato scéblasti che in griko significa “senza forma”. Nel comune di Zollino da più di dieci anni si tiene una sagra, in onore di questo pane speciale.




Pane tipico leccese con pomodoro cipolla olive peperoncino



Come ogni ricetta tradizionale ci sono tante varianti, mi hanno indicato questa.

Ingredienti per 9-10 pizzi:
200 g di farina 0
200 g di semola di grano duro  più quella per la spianatoia e la teglia
5 g di lievito di birra secco o 15 g di lievito di birra fresco
100-150 ml circa di acqua
3 cucchiai di olio extra vergine di oliva
un pizzico di sale
un pizzico di zucchero
3 pomodori ramati medi oppure 3 pomodori pelati
1 cipolla bianca media
100 g di olive nere salentine con il nocciolo (o tipo Gaeta)
peperoncino quantità a piacere (un bel po’)


Preparazione:
Si fanno sbollentare in acqua calda per 5 minuti i pomodori, si fanno raffreddare e si privano della buccia, si tagliano a pezzetti, si mettono in un’ampia ciotola e si schiacciano con la forchetta. Si taglia a fettine la cipolla bianca e si aggiunge ai pomodori, si uniscono le olive nere con il nocciolo, il peperoncino, due cucchiai di olio extra vergine di oliva e un pizzico di sale. Si fa insaporire il tutto, poi si aggiungono le due farine setacciate e il lievito fatto sciogliere nell’acqua tiepida con un pizzico di zucchero.
Si lavora il tutto fino ad ottenere una pasta morbida ed elastica (sarà molto appiccicaticcia).


Finito di impastare, si copre con il restante olio extra vergine di oliva. Si lascia riposare coperto in un luogo lontano dalle correnti fino al raddoppio (io 2 ore circa).
Poi si versa l’impasto su di una spianatoia infarinata di semola di grano duro, si forma un rotolo e si divide in tanti panetti, si schiacciano un po’ e si dispongono su una teglia da forno infarinata con la semola di grano duro, distanziandoli tra di loro. Si lasciano lievitare per 40 minuti circa e poi s’infornano a forno caldo a 240°C; prima di infornare si mette una bacinella di acqua sul fondo in modo di dare vapore al forno. Si fanno cuocere per 20-30 minuti, dipende dal forno.
Una volta cotti, si mettono a raffreddare su una grata.




Con questi pani conditi partecipo a Panissimo, evento creato da Barbara e Sandra e ospitato questo mese da Sandra 








lunedì 23 settembre 2013

Zuppa al pesto di Honorine



Silenzio. Non avevo sonno. E avevo fame. In cucina Honorine mi aveva lasciato un biglietto. Appoggiato a un recipiente in terracotta dove faceva cuocere gli stufati e i ragù. "C’è la zuppa al pesto. È buona anche fredda. Mangiane un po’. Ti abbraccio forte”. In un piattino aveva lasciato il formaggio grattugiato. Indubbiamente ci sono mille modi di preparare la zuppa al pesto. A Marsiglia tutti dicevano: “Mia madre la fa così”, e dunque la cucinavano in modi diversi. Ogni volta un sapore diverso. A seconda delle verdure che venivano usate. Ma soprattutto a seconda di come erano stati dosati basilico e aglio, e della quantità di questi ingredienti che veniva aggiunta alla polpa dei pomodori sbollentati nell’acqua dove erano state cotte le verdure. Honorine riusciva a fare la migliore di tutte le zuppe al pesto. Fagioli bianchi e rossi, corallini, patate e maccheroni. Lasciava cuocere a fuoco lento per tutta la mattina. Dopo cominciava con il pesto. A pestare in un vecchio mortaio di legno l’aglio e le foglie di basilico. A quel punto non bisognava assolutamente disturbarla. “Ehi, se resti lì come una statua a guardarmi non riesco a fare niente”. Misi la pentola sul fuoco. La zuppa al pesto era ancora più buona se veniva riscaldata una o due volte. Accesi una sigaretta e mi versai un fondo di vino rosso di Bandol. 

Jean Claude Izzo, Solea,  Edizioni E/O, 1998



Solea è il titolo di un brano di Miles Davis che il protagonista Fabio Montale ama ascoltare. Ma come scrive l'autore marsigliese in questo Noir Mediterraneo, Solea è anche "la colonna vertebrale del canto flamenco".
Il protagonista è un ex poliziotto che oltre ad ascoltare musica jazz, ama bere pastis e mangiare nei locali preferiti di Marsiglia. In questa città, “sempre a mezza strada tra la tragedia e la luce”, luogo di passaggio di culture e di lingue si intrecciano, senza mai mescolarsi, anche sapori, odori che si ritrovano nei piatti ben descritti dall’autore; come questa zuppa provenzale al basilico, precisamente soup au pistou fatta dall’energica settantenne Honorine “la madre delle madri”.

La zuppa al pesto (soup au pistou) assomiglia molto al Minestrone al pesto ligure, alcuni sostengono che derivi da questo altri viceversa, come secondo alcuni il pistou derivi dal pesto genovese la differenza è la mancanza dei pinoli.









Ingredienti:
200 g di  maccheroni (pasta mista)
200 g tra fagioli borlotti e cannellini freschi o 100 g di fagioli secchi messi a bagno per una notte
150 g di fagiolini
2  patate  
2 zucchine
2 pomodori  ramati
1 porro
1 gambo di sedano
1 cucchiaio di pistou (ciuffo di basilico, 1 spicchio di aglio, sale grosso, olio extra vergine di oliva) foglie di basilico
olio extravergine di oliva
sale
pepe

50 g di parmigiano grattugiato


Preparazione:
Si sgranano i fagioli cannellini e i borlotti. Si taglia a dadini i fagiolini, le zucchine, le patate, i porri e il sedano. Si fa bollire il tutto nell’acqua salata per circa un’ora. Durante la cottura, si fanno sbollentare i pomodori, per alcuni minuti e si privano della pelle.
Si pesta al mortaio l’aglio e il basilico, si aggiungono i pomodori e si versa a filo l’olio extra vergine di oliva fino a ottenere una crema.
Prima di aggiungere la pasta, si unisce il pesto al basilico e pomodoro, si sale e si pepe. Con il mixer ad immersione si frulla un po’ e si aggiunge la pasta.
Una volta cotta la pasta si aggiunge il formaggio grattugiato e si decora con le fogliette di basilico.







Particolare Zuppa al pesto di Honorine












Miles Davis, Solea













venerdì 20 settembre 2013

Triangoli con fagiolini e frutti di mare



Mi è sempre piaciuta la pasta fresca in modo particolare solo con farina, preferibilmente la semola di grano duro, acqua e un pizzico di sale. Mi piace un po’ spessa come questi triangoli che ho condito con i fagiolini, una parte ridotti in purea e una parte lasciati interi, e i frutti di mare. Un primo per me molto buono, la foto non rende giustizia.




Pasta a forma di triangolo con fagiolini e frutti di mare





Ingredienti
Per la pasta:
300 g di semola di grano duro
100 ml circa di acqua
sale

Per il condimento:
300 g di fagiolini
500 g di cozze
2 calamari medio-piccoli o 1 calamaro grande
2 totani medi
3 spicchi di aglio
mezzo bicchiere di vino bianco secco
olio extra vergine di oliva
sale
pepe nero


Preparazione:
In una ciotola si uniscono la semola di grano duro, il pizzico di sale e l’acqua quanto basta per ottenere un impasto morbido. Si prende il composto e si mette sulla spianatoia si comincia a lavorare per 15-20 minuti, fino ad ottenere una massa omogenea soda, ma non dura.  Si forma una palla e si avvolge in un telo o si copre con una scodella e si fa riposare per mezz'ora. Trascorso il tempo, si divide la pasta in panetti e si tira a mano con il mattarello dello spessore di mezzo centimetro, la pasta non deve essere sottile. Una volta tirata, si lascia asciugare per 10 minuti circa coperta da un telo. Si comincia a tagliare la pasta in modo da formare dei triangoli.

Si mondano i fagiolini, si lavano sotto l’acqua corrente, si fanno bollire in acqua calda per 8-10 minuti, si scolano, si mettono gran parte in un boccale del mixer con 1 spicchio di aglio e dell’olio extra vergine di oliva, si riduce in purea, si sala e si pepa.

Si pulisce sotto l’acqua corrente la superficie esterna delle valve delle cozze, si prende una padella ampia, si fa imbiondire uno spicchio d’aglio con un filo d’olio, si aggiungono le cozze, si coprono con il coperchio e si lasciano cuocere a fuoco vivo per 3-4 minuti per farle schiudere. Una volta aperte si tolgono dalla pentola, si conserva l’acqua di cottura, si separano i molluschi dalle valve.
In un tegame si mette un filo di olio extra vergine di oliva, si fa imbiondire lo spicchio di aglio, si mettono i calamari, i totani tagliati a pezzi e le cozze si fanno cuocere per alcuni minuti, si sfuma con il vino bianco, si pepa e si aggiunge un po’ di acqua di cottura delle cozze, si fa insaporire per 5-8 minuti.

Si porta l’acqua ad ebollizione, prima di versare la pasta nell’acqua si versano alcune gocce di olio in modo di non far attaccare i triangoli di pasta una con l’altro, si versa e si fa cuocere per pochi minuti il tempo di farli venire a galla. Si scolano lasciando alcuni mestoli di acqua di cottura. Si unisce la pasta ai frutti di mare, si aggiunge il pesto di fagiolini, e i fagiolini interi messi da parte e un po’ di acqua di cottura della pasta, si fa saltare per un minuto. S’impiatta si aggiunge un filo d’olio extra vergine di oliva.






mercoledì 18 settembre 2013

Vazania giahni



La tappa dell'Abbecedario Culinario della Comunità Europea di questa seconda metà di settembre è l’isola di Cipro. Per la sua posizione geografica questa meravigliosa isola del mediterraneo, si può considerare sia europea che asiatica. E’ stata un crocevia popoli, ed ha avuto molte influenze soprattutto greche e turche, che si possono ritrovare nella cucina. Come in questo piatto molto semplice, ma molto gustoso. Nella ricetta originaria sono state usate le melanzane Tsakoniki dal colore viola chiaro e striate; sono delle melanzane senza semi e dal sapore dolce che crescono soprattutto nella pianura del Leonídio in Grecia. Sono simili, ma più piccole, alle melanzane striate che si possono trovare nei nostri mercati.



Melanzane patate cipolla e pomodori



Ingredienti:
2 melanzane striate
2 patate medie
1 cipolla bianca
3 pomodori ramati medi
1 cucchiaino di concentrato di pomodoro (1 cucchiaio di passata di pomodoro)
2 spicchi di aglio
olio extra vergine di oliva
sale


Preparazione:
Si tagliano le melanzane a fettine nel senso della lunghezza, si friggono in olio extra vergine ben caldo. Si fanno scolare dell’olio in eccesso. Si tagliano le patate a fette alte mezzo centimetro e si fanno friggere anch’esse nell’olio extra vergine ben caldo.
Nel frattempo in un’altra padella si fa soffriggere la cipolla e gli spicchi di aglio tagliati a fettine, si uniscono i pomodori tagliati a pezzetti in precedenza privati della buccia, si unisce la passata, si sala e si fa cuocere per 10-15 minuti.
Si dispongono le patate e le melanzane su un piatto da portata e si versa sopra la salsa di pomodoro.





Vazania giahni, melanzane cipolla patate e pomodoro






Con questa ricetta partecipo alla raccolta dell'Abbecedario Culinario della Comunità Europea per la cucina di Cipro ospitato dal blog Cook almost anything.









 

lunedì 16 settembre 2013

Pollo con olive e limoni



Per questa ricetta ho preso spunto da Sale e Pepe di agosto del 2012. E’ un piatto marocchino cotto nel Tajine; non ho il tajine, ho utilizzato una pentola di coccio. Il risultato è un’esplosione di sapori e di odori.



Pollo con olive e limoni



Ingredienti:
1 pollo tagliato a pezzi
2 cipolle bianche
4 pomodori ramati
1 limone non trattato
3 spicchi di aglio
pizzico di zafferano
1/4 cucchiaino di zenzero in polvere
1/4 cucchiaino di peperoncino piccante
1/4 di cucchiaino di peperoncino dolce
36 olive nere e violette  (125 g di olive)
olio extra vergine di oliva
sale
pepe



Preparazione
Si massaggia il pollo con il sale e il pepe e si fa riposare per 30 minuti. Si scalda l'olio extra vergine di oliva e si unisce il pollo, si fa rosolare da tutte le parti. Si unisce l'aglio, la cipolla, lo zafferano i peperoncini, lo zenzero e si mescola. Si copre e si lascia cuocere per 15 minuti circa. Nel frattempo si fa scaldare in acqua calda i pomodori per alcuni minuti in modo da eliminare la pelle. Si affetta il limone
Si aggiungono i pomodori tagliati a pezzi e le fette di limone, si copre e si continua la cottura a fuoco basso per 20 minuti circa. Passato il tempo si aggiungono le olive e si lascia insaporire per altri 20 minuti, sempre coperto.
















venerdì 13 settembre 2013

Peperoni verdi dolci ripieni di aringa



Questa tipologia di peperoni li faccio spesso ripieni di tonno; ho voluto provarli con il ripieno di aringa. Hanno un sapore più deciso, ma per me molto gustoso.




Peperoni verdi dolci ripieni di aringa





Ingredienti:
4 peperoni verdi dolci (friggitelli un po’ più grandi)
2 filetti di aringa
50 g di olive verdi denocciolate
4 pomodori secchi
1 cucchiaio di capperi sotto sale
1 spicchio di aglio
1 ciuffo di prezzemolo
olio extra vergine di oliva


Preparazione:
Si lavano bene i peperoni, si pratica un taglio al di sotto del picciolo, si tolgono eventuali semi.
In una ciotola si mette l’aringa tagliata a pezzetti, i pomodori secchi tagliati a filetti, i capperi dissalati, le olive verdi tagliate a rondelle, lo spicchio d’aglio tagliato a pezzetti e il prezzemolo tritato. Si amalgama il tutto e si riempiono i peperoni con il composto ottenuto.
Una volta riempiti si mettono in una padella antiaderente con un filo di olio extra vergine di oliva e si fanno cuocere coperti per 20-30 minuti a fuoco moderato.
Si possono servire caldi o freddi.





Particolare Peperoni verdi dolci ripieni di aringa








mercoledì 11 settembre 2013

Pizza con melanzana, peperone insaporiti e ricotta di mucca



Come ho scritto mi piacciono sia le pizze alte che quelle basse, dipende dal condimento. In questo caso ho preferito la versione alta, quasi una focaccia.



Pizza con melanzana, peperone insaporiti e ricotta di mucca



Ingredienti:

Per l’impasto
300 g di farina 0
25 g di di semola di grano duro, più quella per la teglia
10 g di farina di riso
5 g di lievito di birra secco o 15 g di lievito di birra fresco
150-200 ml circa di acqua


Per il condimento
1 melanzana medio piccola
1 peperone medio
200 g di ricotta di mucca
olio extra vergine di oliva
1 spicchio di aglio
sale
peperoncino




Preparazione:
In un pentolino si fa intiepidire l'acqua, se ne versa parte a riempire mezzo bicchiere in cui si unisce il lievito; si mescola e si fa sciogliere completamente per 5-6 minuti circa.
In una ciotola capiente si versa la farina setacciata, si aggiunge la farina di semola di grano duro e la farina di riso, si mescola il tutto. Si unisce il lievito e si inizia ad amalgamare aggiungendo la restante acqua e il sale. Si lavora fino a quando i liquidi saranno ben assorbiti.
Si prende l'impasto e si comincia a lavorare energicamente sulla spianatoia infarinata minimo 20 minuti, fino ad avere un composto consistente morbido ed elastico. Si dà la forma di una palla e si mette in una capiente ciotola unta di olio e si copre con un panno. Si lascia a lievitare nel forno spento fino a quando raddoppia il volume.

Si taglia a rondelle abbastanza sottili, la melanzana, si fa scottare in una piastra o in una padella antiaderente calda, da un lato e dall’altro. Una volta cotte, si condiscono con metà spicchio di aglio, olio extra vergine di oliva, sale, pepe o peperoncino.
Si taglia a filetti il peperone, si fa scottare in padella con olio extra vergine di oliva, metà spicchio di aglio, peperoncino e sale grosso, per 10-15 minuti.


Passato il tempo di lievitazione si prende la pasta, si forma un panetto, si allarga con la punta delle dita sulla spianatoia formando un rettangolo. Si spolvera con la semola di grano duro la teglia, si riveste con la pizza, si mettono sopra le melanzane e i peperoni. Si inforna nel forno preriscaldato a 240° C nella parte bassa e si fa cuocere per 10 minuti circa,  poi si trasferisce nella parte media del forno, si lascia cuocere per 8-10 minuti circa. Una volta cotta si distribuisce la ricotta.





Trancio di Pizza con melanzana, peperone ricotta di mucca







Con questa pizza partecipo a Panissimo, evento creato da Barbara e Sandra e ospitato questo mese da Sandra 











lunedì 9 settembre 2013

Cipolle ripiene di melanzane



Per questo piatto ho preso spunto da una ricetta di Sale e Pepe del mese di giugno. Ho fatto solo qualche piccola variazione nel procedimento e negli ingredienti; al posto dello yogurt greco ho utilizzato quello intero, e al posto della menta ho utilizzato l’erba cipollina.
E’ interessante il contrasto tra la cremosità della polpa di melanzana e il croccante dei semi di sesamo.




Cipolle ripiene di melanzane


Ingredienti:

4 cipolle bianche
2 melanzane medie
2 cucchiai di semi di sesamo
1 cucchiaio di yogurt greco (yogurt intero)
1 limone piccolo
1 spicchio di aglio
foglie di menta (erba cipollina)
olio extravergine d’oliva
sale
pepe nero


Preparazione:

Si taglia una melanzana in quattro fette; si bagna con il succo di limone e si griglia ogni parte per  2 minuti. L’altra melanzana si copre con un foglio di alluminio e si fa cuocere in forno a 200° C per 20 minuti. Una volta cotta si lascia intiepidire, e si prende la polpa e si aggiunge l’aglio tagliato a pezzetti, lo yogurt, l’erba cipollina, il sale e il pepe; si amalgama il tutto.

Si privano le cipolle della calottina, si sbucciano e si fanno cuocere al vapore per 15 minuti circa. Si svuotano un po’ e si taglia la polpa a pezzettini, si mette in una padella con l’olio extra vergine di oliva, si sala e si pepa e si fa cuocere per 10 minuti circa. In un’altra padella si fanno tostare leggermente i  semi di sesamo, poi si aggiungono alla cipolla.
Si farciscono le cipolle svuotate con la melanzana e si coprono con la cipolla al sesamo.
Si riveste una placca con carta da forno, si unge con un po’ d’olio e si adagiano le cipolle ripiene. S’irrora con un filo d’olio, si copre con un foglio d’alluminio e si cuoce in forno caldo a 220° C per 10 minuti circa. Si toglie la carta d’’alluminio, e si aggiungono le calottine delle cipolle, e si prosegue la cottura per altre 10 minuti. Si servono tiepide.





Cipolle ripiene di melanzane e yogurt semi di sesamo








venerdì 6 settembre 2013

Quanti modi di fare e rifare Torta co' bischeri



Questo mese per Quanti modi di fare e rifare siamo andati nella cucina del blog Ecco le cose che piacciono a me per fare un dolce tipico di Pisa e di Lucca: la Torta co' bischeri o Torta co’ becchi. In realtà è una crostata di pasta frolla ripiena di un composto di riso, cacao, cioccolata, cedro e arancia canditi; ha dei caratteristici bordi chiamati "bischeri" a Pisa o "becchi" a Lucca, dai quali il dolce prende rispettivamente il nome.
Il dolce è preparato durante tutto l’anno, ma in particolar modo per ricordare delle feste religiose come la festa dell'Esaltazione della Santa Croce o per i mercati durante il periodo del Settembre lucchese o per la festa della Madonna del Rosario, la prima domenica del mese di ottobre. O a Pisa è preparata in particolare per la festa dell'Ascensione o per la festa di San Michele Arcangelo del 28 aprile che si svolge nel comune di Capannori

Ho diminuito gli ingredienti e ho fatto qualche variazione, ho cercato di fare i caratteristici "bischeri" o "becchi", ma non sono venuti bene.  





Crostata con bordi alti ripiena di riso canditi cacao




Per la ricetta originaria rimando al blog Ecco le cose che piacciono a me.

Ingredienti per due crostatine di 12 cm di diametro

Per la pasta frolla:
150 g  di farina 00  
60 g burro freddo  
1 tuorlo
50 g zucchero           
scorza grattugiata  di limone
punta di bicarbonato
1 pizzico di sale

Per il ripieno:
60 g di riso                 
40 g zucchero
30 g di cacao amaro in polvere      
20 g di cioccolato fondente grattugiato  
25 g. uvetta ammollata in acqua
20 g di pinoli  
30 g di canditi (La ricetta originale prevede l'utilizzo di cedro ed arancia canditi) 
scorza grattugiata di 1 limone
1 albume
2 cucchiai di Passito di Pantelleria
zucchero a velo   


Preparazione:
Si lavora il burro appena tolto dal frigo con la farina e il pizzico di sale fino ad ottenere un composto dall'aspetto sabbioso. Si unisce il tuorlo, lo zucchero, la scorza di limone e il bicarbonato, si lavora velocemente il tutto fino ad ottenere un impasto compatto liscio ed abbastanza elastico. Si forma una palla, si avvolge con della pellicola trasparente e si mette in frigo per mezz'ora.

Si fa cuocere il riso in acqua calda per 15 minuti circa. Si scola e si lascia raffreddare bene, poi si unisce lo zucchero, il cioccolato grattugiato, il cacao amaro, l’uvetta, i pinoli, la scorza del limone, i canditi ed il Passito di Pantelleria. Si mescola il tutto.

Si stende la pasta frolla su una teglia o formine imburrate e leggermente infarinate. La pasta frolla nelle teglie deve superare i bordi. Si versa il ripieno e si livella uniformemente.
Sul bordo della pasta frolla si fanno dei tagli obliqui e si ripiega verso l’interno in modo da formare dei becchi. Con il restante della frolla si formano le strisce per la grata.
Si spennella la superficie con l’albume sbattuto ed un poco di latte. Si mette in forno preriscaldato a 180° per 40 minuti. Una volta cotta si lascia raffreddare e a piacere si spolvera con lo zucchero a velo.




Quanti modi di fare e rifare...



Appuntamento al 6 ottobre con




Signor biscotti