Tutti i pubblici esercizi si davano da fare, mettevano avvisi, squadernavano cartelloni sulle mura della città. I barbieri in voga accaparravano altri garzoni; i celebri tre pizzaiuoli napoletani, del vico Freddo a Chiaia, del largo Carità, di Port’Alba, avvertivano il pubblico amatore delle pizze, di quella doppia pizza, che si chiama calzone e di quella frittata filante che si chiama filoscio...Dovunque si andava, nei quartieri del popolo come in quelli della nobiltà, si scorgeva un movimento allegro, una lieta fatica, un affaccendarsi rumoroso, una attività mai cessante, un fermento diurno e notturno di tutte le forze, un azione costante, vivace, energica di tutta una serena e laboriosa città che intende a un’opera sola, a cui si dà col cervello e col cuore, con le mani e coi piedi, adoperando la vibrazione dei suoi nervi, la vivacità del suo sangue, la potenza dei suoi muscoli a questa immensa opera unica. E dovunque, dovunque s’indovinava, o si sapeva, o saltava agli occhi, o si leggeva che cosa era la grande opera: per le feste del prossimo carnevale… Niente altro che il carnevale.Matilde Serao, Il paese di cuccagna
Il brano in questione è tratto da un bellissimo romanzo di Matilde Serao pubblicato nel 1891, Il paese della Cuccagna che descrive in vari capitoli la città di Napoli di fine Ottocento, cogliendo minuziosamente gli eventi, le abitudini e le passioni dei suoi abitanti.
Questo brano è tratto dal capitolo dedicato al Carnevale di Napoli, dove la scrittrice fa un quadro dettagliato della città e dei suoi cittadini, che si preparano al grande avvenimento.
Nel brano, come in tutto il libro, sono presenti pietanze tipiche partenopee; in questo caso il filoscio, vale a dire una via di mezzo tra l’omelette e una frittata sottile avvolta su stessa contenente mozzarella o provola, che con il calore si scioglie diventando filante. Il nome filoscio è una deformazione dialettale del termine francese filoche, filo sottile, che fila.
E’ un piatto semplice con pochi ingredienti e buono!
Ingredienti:
2 uova
2 fette di mozzarella o fiordilatte (meglio se del giorno prima, più asciutta)
sale
pepe nero
olio extravergine di oliva
Preparazione:
In una scodella si sbattono le uova, con sale e pepe nero. In una padella si fa scaldare l’olio extra vergine di oliva, si mette il composto e si fa rapprendere a fuoco medio. Quando sarà ancora umida la parte superiore della frittata, si adagiano al centro la mozzarella e con l’aiuto di due spatole, si piegano le parti laterali verso il centro, si tengono ferme poggiandoci sopra la spatola. Si cuoce per 1-2 minuti e si serve caldo.
Semplicità e gusto, da mangiare in un boccone.
RispondiEliminaEsattamente, la cucina semplice e buona.
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