Oggi propongo un piatto della mia
città, la cui nascita è legata ad un ecclesiastico. Negli anni Trenta del
Novecento il famoso oste-poeta romano Cesaretto Simmi (già menzionato per la
Coda alla vaccinara) era titolare di un ristorante vicino alla basilica di San
Pietro in via del Mascherino, il Ristorante
del Colonnato che era solito fornire pranzi alla Curia del Vaticano;
l’allora Segretario di Stato il cardinale Eugenio Pacelli, avendo per ospiti
degli stranieri chiese a Simmi un primo particolare, così l’oste pensò a questo
semplice piatto: delle fettuccine all’uovo fresche condite con prosciutto crudo
leggermente sciolto nel burro e cipolla, con l’aggiunta di una miscela di uova
sbattute e parmigiano grattugiato (una sorta di Carbonara, la cui origine è
incerta o meglio dibattuta).
Questa ricetta fu introdotta nel
menù e fu un successo. Quando Eugenio Pacelli salì al soglio pontificio nel
1939 con il nome di Pio XII, il piatto fu chiamato Fettuccine alla papalina in onore del suo ispiratore.
Negli anni il piatto ebbe molto
successo nei ristoranti di Roma soprattutto di Trastevere, tuttavia, ha avuto
anche molte modifiche ed aggiunte quella più comune è la presenza dei piselli; così
che mi è capitato di mangiarla più di una volta negli anni Ottanta nei
ristoranti romani e nei Castelli. Io propongo la versione “originaria” senza
piselli.
Ingredienti:
Per la pasta
100 g di farina 00 più la farina per lo spolvero
100 g di semola rimacinata di grano duro
2 uova
Per il condimento
100 g di prosciutto crudo io di Campocatino Guarcino (FR)
80 g di parmigiano grattugiato
30 g di burro
2 uova
1 cipolla bianca
Preparazione:
Su una spianatoia si versano le
due farine setacciate, si fa una fontana e all’interno si rompono le uova, si
comincia a lavorare fino a legare gli ingredienti. Si lavora per 15-20 minuti,
fino ad ottenere una massa omogenea, soda e liscia. Si forma una palla,
si copre si lascia riposare minimo per mezz’ora.
Trascorso il tempo di riposo
della pasta, si tira una sfoglia con il mattarello o con la macchinetta. Si
ottengono le fettuccine minimo di 1 cm (io un po’ più grandi) si sistemano man
mano che sono fatte su un piano infarinato e si lasciano asciugare.
Si prende una larga padella si
mette il burro e la cipolla tritata, si fa cuocere un po’ a fuoco basso e si
aggiunge il prosciutto tagliato a listarelle, si continua a cuocere a fuoco
basso senza farlo bruciare.
Intanto si fa bollire abbondante
acqua e si versano le fettuccine, nel frattempo in una ciotola si sbattono le
uova con parte del formaggio grattugiato, si aggiungono due cucchiai di acqua
di cottura della pasta. Una volta cotte le fettuccine con il forchettone si
trasferiscono nella padella dove è la cipolla ed il prosciutto, si manteca per alcuni
minuti, poi si toglie dal fuoco e si aggiunge la miscela di uova e formaggio, si
continua a mantecare evitando di far coagulare l'uovo e renderla comunque
cremosa.
S’impiatta ed a piacere si
aggiunge altro parmigiano grattugiato.
Semplici e intense. Un piatto completo e saporitissimo.
RispondiEliminaLa forza della tradizione ^_^
Talmente facile.. talmente buona.. com'è che non l'ho mai fatta???? baci e buon lunedì :-*
RispondiEliminaMolto ghiotte!!!!
RispondiEliminasi trattano bene a tavola preti, vescovi e papi e questo piatto lo conferma !
RispondiEliminaIo infatti le ho mangiate con i piselli, ma credo che la ricetta 'liscia' senza legumi sia decisamente da preferire! Un abbraccio
RispondiEliminaUn ottimo piatto semplice ma gustoso !
RispondiEliminabone! la storia non la sapevo, grazie!
RispondiEliminami piaceeeeeeeeeeeee! non le conoscevo, ma rimedio subito all'ignoranza e le rifaccio presto!
RispondiEliminaW le tradizioni che non tradiscono mai! buonissime!
RispondiEliminaHanno un aspetto golosissimo. Le mangerei tutte!
RispondiEliminaamo questo gustosissimo piatto della nostra tradizione poi con pasta fatta in casa, tutta un'altra cosa!
RispondiEliminabaci
Alice
Io non ho mai provato questo piatto ma ne sento tanto parlare. Deve essere ottimo. Ciao.
RispondiEliminaBella la storiella e buono il piatto!
RispondiEliminaInteressante, conosco abbastanza Roma sopra tutto mio marito in quanto sua zia ha vissutoda sempre nella zona San Giovanni. Abbiamo mangiato (reminiscenze di 40 anni fa) al Ristorante o Osteria del "Cannavota" con un piatto di tagliatelle ma non alla papalina ma a nome di un ministro delle finanze di quell'epoca che non ricordo :-(( Prendo nota le devo fare non sono bravissima a fare la pasta fresca ma mi arrangerò. Grazie e buona serata.
RispondiEliminaPS - Scusa ho trovato erano le linguine alla Reviglio all'Hosteria Cannavota che esiste ancora oggi. Non mi permetto di mettere il link qui ma penso che lo trovi con la ricetta sul web a meno che non lo conosci. Ciaooo e scusa il mio commento.-
EliminaConosco il locale, ma non ho mai mangiato questo piatto. Grazie per la segnalazione. :)
EliminaSìììì quanto mi piacciono con questo condimento, ottime davvero!!!!
RispondiEliminaAdoro i piatti della tradzione, e queste fettuccine sono da urlo , le ho mangiate tanti anni fa in un locale di Roma, mi sono rimaste nel cuore. Un abbraccio, buona giornata, Daniela.
RispondiEliminaDeliziosa ricetta e note storiche davvero illuminanti, Francesca. Grazie infinite per questo post!
RispondiEliminaUn caro abbraccio,
MG
Si dice che preti e camionisti siano intenditori del buon cibo e come non crederci visti i piatti che si gustavano!Sai che non li faccio da tantk?Che aspetto meraviglioso,cremoso con quelle tagliatelle succulente...mi hai messo fame,mica si vede?
RispondiEliminaUno tra i miei primi piatti preferiti! E conosco bene anche il prosciutto di Guracino che trovo ottimo :) Buona serata
RispondiEliminaUn piatto che faccio spesso a mio figlio senza cipolla, ma non sapevo si chiamasse così. Con la cipolla hanno una marcia in più, ora le farò così. Grazie, un bacione.
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