… la botteguccia portatile di don Gennarino Aprile spiccava con le sue tre lampade ad acetilene, con la sua pentola fumante, con la sua pila di piatti e di tazze contro l'escoriatissimo muro. Era un enorme cesto di vimini con tutto l'occorrente per allestire e spacciare al defluente pubblico del Teatro Nuovo i peoci al succo di limone, le alici fritte, ma specialmente il brodo di polipo. Le dimensioni di questo polipo erano tali che sempre mi ricordavano la piovra descritta da Hugo in uno dei suoi fragorosi romanzi; don Gennarino non si illudeva di cuocerlo effettivamente, né in tutto né in parte: egli vi dava per due soldi una tazzina di bollente brodo del mostro (un cui solo tentacolo era bastato per riempire la pentola), ravvivata da un pizzico di pepe rosso e da un dado di polipo che equivaleva a circa un quarto della più piccola ventosa. Dopo aver sorseggiato l'infernale liquido, ed averlo sentito esplodere nello stomaco, ci si avviava verso casa masticando il frammento di polipo. Per ore esso sopravviveva intatto a ogni sforzo mascellare, limitandosi ad emettere remoti e arguti odori marini che evocavano le miti acque di Santa Lucia, i repentini fremiti delle sabbie sommerse, le vele in deliquio sulla linea dell'orizzonte…
Giuseppe Marotta, I Quartieri da L'oro di Napoli, 1947
Lo spunto per questo piatto viene
da uno dei libri più intensi e in alcuni parti poetici che descrivono la vita
di una delle più belle città italiane, Napoli. I trentasei racconti che
compongono L’oro di Napoli (uno già
menzionato per il famoso ragù napoletano), in origine erano degli elzeviri
della terza pagina del Corriere della
Sera, scritti da Giuseppe Marotta a Milano. Nel 1947 l’editore Valentino
Bompiani decise di raccoglierli in un unico volume, ed ebbe un enorme successo
di pubblico e di critica, tanto che nel 1954 alcuni racconti furono lo spunto dell’omonimo
film di Vittorio De Sica.
Marotta racconta le storie ed i
protagonisti dei vicoli e dei “bassi” di una Napoli della guerra e del
dopoguerra, ferita e in miseria. Una città che cerca con la fantasia e la
dignità di sopravvivere “inventandosi” mestieri; uno di questi è quello del
protagonista del racconto I Quartieri,
Gennarino Aprile venditore ambulante di brodo di polpo (‘o brodo ‘e purpo) e pesce fritto all’uscita del Teatro Nuovo.
O broro ’e purpo era un antico cibo da strada molto comune nei
periodi freddi. Il brodo era ottenuto da pezzi di polpo fresco bollito ed
insaporito da pepe, servito in tazza con in genere i tentacoli che a Napoli
chiamano "ranfetelle". Lo ricorda anche Matilde Serao nella sua inchiesta
giornalistica Il Ventre di Napoli (1884) che con due soldi si poteva comprare una
tazza del bollente brodo di polipo “bollito nell’acqua di mare” il cui “commercio
lo fanno le donne, nella strada, con un focolaretto e una piccola pignatta”. Oggi
è ancora possibile trovare il brodo di polipo nella zona di Porta Capuana ed è
accompagnato da fette di limone.
Ingredienti:
1 polpo di 1 kg circa
sale grosso
pepe nero
2 foglie di alloro
olio extra vergine di oliva
1 o 2 limoni
Preparazione:
Si pulisce per bene il polpo, si
elimina la sacca, il becco, gli occhi, s’immerge in abbondante acqua
fredda e si porta ad ebollizione. Si
aggiunge l’olio extra vergine di oliva, il sale, il pepe e si fa cuocere per
40-50 minuti fino a che risulterà morbido. Si prende il polpo si tagliano i tentacoli e si mettano da parte.
Si filtra il brodo con un colino e si versa nelle tazze si aggiunge un pezzo di
tentacolo, a Napoli lo chiamano "ranfetella"; a piacere si aggiunge il
pepe nero e qualche goccia di limone.
Con il resto del polpo si può
fare la classica insalata, si taglia a pezzetti e si condisce con sale, pepe
nero e limone. Oppure si può condire con gli agrumi e menta.
Polpo agli agrumi e menta |
Grazie per questo bel post...sono napoletana e mi fa tanto piacere che qualcuno non ricordi la mia terra solo per le cose brutte....un bellissimo "piatto"!!!!!!!Buon fine settimana!!!!!
RispondiEliminaHo una passione per Napoli. Come ho scritto è una delle più belle città italiane.
EliminaMa che bontà... mai fatto un brodo dipolpo.. o poi lo adoro!!!! Un abbraccio :-) buon w.e.
RispondiEliminaPreparazione davvero ottima!Complimenti! Amo da pazzi il polpo!!
RispondiEliminaBuon fine settimana
Mi piace sempre imbattermi nelle ricette della tradizione, che raccontano qualcosa di noi e della nostra storia. Una lettura piacevolissima che mi ha fatto scoprire una preparazione che non conoscevo. Grazie!
RispondiEliminaGrazie a te. :)
Eliminada te scopro sempre ricette nuove e sfiziose, mai sentito il brodo di polpo, mi piace! Un abbraccio SILVIA
RispondiEliminanon ho mai fatto il brodo di polpo, sai che è un'idea geniale? Buon fine settimana
RispondiEliminaGrande capolavoro "L'oro di Napoli" di De Sica, racconta storie fantastiche con interpreti straordinari, visto e rivisto più volte, ormai lo conosco a memoria. :) ...certo che i napoletani sanno davvero vivere emozionando!
RispondiEliminaIl tuo polpo sarà sicuramente buonissimo, piacere di averti letto.
Grazie, a presto!
Grazie a te.
EliminaOttimo mai fatto il brodo di polpo. Ti do un idea se vuoi provare qui una cuoca (serba) me li ha fatti in un ristorante. Spiedino con i pezzi di polpo tagliati tra uno è l'atro una zucchina, un pezzetto di peperone e poi rifinito sulla griglia e in piatto un goccio di olio al limone. Favoloso. Prendo nota del brodo. Buona fine settimana.
RispondiEliminaPrendo nota anch'io della ricetta. :)
EliminaBella l'introduzione a questa particolare ricetta, mi piace l'idea di servire il brodo di polpo, molto intrigante, grazie!!!
RispondiEliminaBuona serata...
Bellisimo il racconto d'introduzione , la ricetta è favolosa , voglio assolutamente provarla . Un abbraccio, Daniela.
RispondiEliminaMai fatto il brodo fi polpo! Ricetta bellissima e post altrettanto bello!
RispondiEliminaBaci cara.
non l'ho mai provato, ma deve essere veramente buono, come tutta la cucina napoletana. Grazie, ottima ricetta.
RispondiEliminaSono napoletana e lo conosco bene, molto bene. Poi, adoro il polpo!
RispondiEliminanon male come idea,sicuramente da provare!
RispondiEliminaRomantico e molto avvincente questo post e la descrizione di questo polipo fumante!
RispondiEliminaDa napoletana non posso che rimanere affascinata e emozionata da quedti racconti, grazie cara...Berrei o bror e mangerei na ranfetella mooolto volentieri!
RispondiEliminaChe profumo ragazza mia...ancora grazie!
mai fatto mai provato e neanche pensavo si potesse fare, ma ora mi hai incuriosito troppo e lo devo provare assolutamente!
RispondiEliminabaci
Alice
Un'amante del polipo come me ha trovato interessante il tuo spunto... adesso so cosa farci con il brodo! :-)
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