La seada o sebada è un famoso dolce sardo composto da due dischi di sfoglia che contengono un ripieno di formaggio, poi viene fritta e servita ricoperta da miele. Una vera bontà!
In origine era più un secondo piatto, se non addirittura un pasto unico, in quanto era nato in zone dell’isola legate alla pastorizia, quali le aree del Campidano, Barbagia, Ogliastra, Logudoro, Gallura e Baronie.
L’origine del nome è incerto. Secondo alcune fonti deriva dallo spagnolo a ricordare i decenni di dominazione della Spagna; per altre fonti sarebbe legato al termine latino sebum, per l’utilizzo del grasso animale (strutto) nella preparazione della sfoglia.
La sfoglia chiamata violada o violata, è composta di semola, strutto e un po’ di acqua tiepida, la stessa delle Pardulas, altro famoso dolce sardo. Il formaggio utilizzato è il casu furriau un formaggio acidulo, difficile da trovare fuori dalla Sardegna, si può usare un pecorino fresco o il primo sale preferibilmente di pecora.
Come ogni ricetta locale, ci sono delle differenze da zona a zona, soprattutto nel come trattare il ripieno con il formaggio cotto o con il formaggio crudo (sa mandrona ossia "in modo pigro").
La ricetta che propongo è con il formaggio cotto. Non trovando il formaggio tipico, ho utilizzato un primo sale di pecora.
La ricetta che propongo è con il formaggio cotto. Non trovando il formaggio tipico, ho utilizzato un primo sale di pecora.
Ingredienti:
Per 5-6 seada di 8 cm:
Pasta violada
150 g di semola rimacinata di grano duro
25 g circa di strutto
70-80 ml circa di acqua tiepida
sale fino
Ripieno
100 grammi di formaggio acidulo “casu furriau” (un pecorino fresco o un primo sale)
10 g di semola rimacinata di grano duro
la scorza grattugiata di un limone non trattato
Frittura
olio di semi di arachide
Decorazione
miele di acacia o millefiori
Preparazione:
Per la ‘pasta violada’. In un recipiente si mette la semola di grano duro rimacinata, il sale e lo strutto; si lavora ottenendo della grosse briciole si aggiunge pian piano l’acqua tiepida, quanto basta per lavorare l’impasto. Dopo aver ottenuto un impasto compatto, si copre e si lascia riposare per almeno 30 minuti.
Nel frattempo si prepara il ripieno. Si mette il formaggio in un tegame, si fa fondere a fuoco basse nel caso si aggiunge un po’ di latte. Quando sarà fuso si aggiunge la semola rimacinata e si mescola, si fa cuocere per un altro minuto. Si spegne e si aggiunge la scorza di limone. Si trasferisce su un foglio di carta forno e si lascia raffreddare.
Passato il tempo di riposo della pasta si stende una sfoglia di 5 millimetri. Si ricavano dei dischi rotondi con il coppa pasta. Si mette al centro un po’ di formaggio, cercate di formare una sorta di pallina; si deposita un altro disco sopra bagnando i bordi con acqua per farli aderire. Si pressano bene i bordi.
In una padella si fa scaldare l’olio di semi di arachide, arrivato a temperatura si immergono le seadas si fanno dorare. Si scolano e si fanno scolare dall’olio in eccesso.
Si servono calde aggiungendo sopra del miele.
Le ho assaggiate al ristorante sardo di fiducia dove qui a Roma andiamo da oltre 10 anni.. mai fatte in casa.. grazie per la ricetta! smack
RispondiEliminaUna delizia, mi hai fato venire voglia!
RispondiEliminaUna mia amica le ha provate e mi ha detto che sono buonissime . Se riesco a reperire quel formaggio mi piacerebbe realizzarle . Grazie per la ricetta . Un abbraccio, Daniela.
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