... don Peppino Padellani tirò il panno dalla cesta rivelando i quadrati di sfincione disposti accuratamente a spina di pesce, ogni strato separato dall'altro da fogli di carta oleata. L'aroma sbummicò impetuoso. Con gagliarda ingordigia l'anziano maresciallo ne addentò un pezzo e, puntando il dito verso la cesta, incoraggiava i camerieri a farsi avanti. Quelli si accostavano con un ritegno che ebbe breve durata: presero a strappare lo sfincione con i denti e a ingozzarsi; con la bocca ancora piena, facevano a gara per infilare nella cesta le mani avide e afferrarne un altro pezzo.[…]I camerieri si erano fatti da parte all'ingresso della marescialla e delle figlie minori; le accolsero con un corale "Voscenza benedica". Piegata sulla cesta e mostrando alla servitù più del necessario del suo generoso décolleté, donna Gesuela controllava che il panettiere avesse eseguito gli ordini, e con il molle accento palermitano faceva una sfilza di domande senza attendere risposta: "Ciccio, com'era quello col caciocavallo?", "Filomena, le olive nere snocciolate sono?", e infine a tutti: " Vi è piaciuta la crosta di mollica di pane?". Poi diede a Carmela, che non si staccava dal suo fianco, un pezzo di sfincione alla palermitana - un letto di cipolle bollite e affettate, con pezzettini di acciughe e caciocavallo mescolati nell'impasto e appena visibili, e coperto da un croccante strato di pangrattato spruzzato di olio di oliva - addentò il suo, conzato con patate tagliate sottili e melanzane.Simonetta Agnello Hornby, La monaca, 2010
Dopo lo sfincione alla bagherese,
non potevo non provare la versione palermitana. Si distingue dall’altro per
l’aggiunta del pomodoro alle cipolle stufate, alle alici, al caciocavallo ed al
pangrattato. Sembra che l’aggiunta del pomodoro, delle alici e caciocavallo sia
da attribuire ad alcune suore del monastero di San Vito a Palermo.
Nel romanzo La monaca di Simonetta Agnello Hornby, lo sfincione appare
all’inizio della narrazione, è il protagonista della festa del 15 agosto l’Assunzione
della Vergine.
Il romanzo è ambientato a metà
Ottocento tra Messina, Napoli e Palermo, segue le vicende del maresciallo
dell'esercito del Regno delle Due Sicilie Peppino Padellani di Opiri, di sua
moglie donna Gesuela originaria di Palermo, delle sue figlie in particolare
della tredicenne Agata che, dopo varie vicissitudini, è costretta a farsi
monaca benedettina. Nel convento, oltre al giardinaggio ed alla cucina, si
appassiona allo studio ed alla lettura straniera grazie alla corrispondenza del
capitano James Garson conosciuto durante il viaggio a Napoli, che le spedisce
dei libri come Pride and Prejudice (Orgoglio e Pregiudizio) di Jane Austen.
Nei passi riportati donna Gesuela
ha fatto fare dal panettiere, sotto sua indicazione, diverse varietà di
sfincione per offrirli caldi la mattina del 15 agosto a tutte le persone di
casa: cocchieri, garzoni, domestici, poiché era usanza di famiglia mangiarlo
tutti insieme per la festa dell’Assunzione della Vergine. Un cibo povero ma
gustoso che in quell’occasione non creava distinzione di classe rappresentava
una sorta di metafora dell’uguaglianza.
Ingredienti:
Per l’impasto
500 g di farina 0
300 ml circa di acqua dipende dall’assorbimento della farina
3 g di lievito di birra secco o 9 g di lievito di birra
fresco
25 g di olio extra vergine di oliva
1 cucchiaino scarso di sale
Per il condimento
400 g di pomodori pelati
150-200 g di Caciocavallo semistagionato
6 filetti di alici sott’olio
2 cipolle dorate medie
1 cucchiaio di pangrattato
origano
olio extra vergine di oliva
sale
pepe nero
Preparazione:
In un pentolino si fa intiepidire
l’acqua, una parte si versa in un bicchiere dove si fa sciogliere il lievito di
birra per dieci minuti circa.
Si setaccia la farina e si mette
in una grossa ciotola, si versa l’acqua dove si è fatto sciogliere il lievito,
s’impasta un po’ e si comincia ad aggiungere poco per volta la restante acqua,
il sale e per ultimo l’olio extra vergine di oliva. Si lavora il tutto il tempo
per far amalgamare gli ingredienti. Poi s’incomincia ad impastare fino ad avere
un composto consistente morbido ed elastico. Si dà la forma di una palla, si
mette in una capiente ciotola unta di olio extra vergine di oliva e si copre
con un panno. Si lascia a lievitare nel forno spento fino a quando raddoppia di
volume.
Nel frattempo, in un tegame si
mettono le cipolle tagliate a fettine con un filo di olio extra vergine di
oliva e due cucchiai di acqua, si fanno appassire e si uniscono i pomodori
pelati, schiacciati un po’ con la forchetta, si sala e si pepa e si va cuocere
a fuoco moderato per 20 minuti circa. Una volta cotto si lascia raffreddare.
Passato il tempo di lievitazione
dell'impasto, lo si rovescia sulla spianatoia infarinata e si fanno le pieghe
del primo tipo: si sovrappone prima un lembo per 2/3, poi si soprappone l’altro
lembo, si gira di 90° e si ripete l’operazione. Poi si prendono i lembi della
pasta e si tira verso il centro formando una palla, si rovescia l’impasto in
modo che la parte con i lembi tirati, vada a posarsi sulla spianatoia.
Si lascia riposare per circa 20
minuti coprendolo con un panno bagnato e strizzato. Poi, si stende l'impasto
(deve essere un po’ alto) sulla teglia unta di olio extra vergine di oliva e si
lascia lievitare ancora per 40-60 minuti circa. Passato il tempo si cospargono
le alici spezzettate, si spolvera con il Caciocavallo grattato, poi si versa il
sugo di pomodoro e cipolla spargendolo bene per tutta la superficie, infine si
spolverizza con il pangrattato e abbondante origano. S’inforna a forno caldo a
220° C per 25-30 minuti circa. Si sforna, si aggiunge un filo di olio extra
vergine di oliva e si lascia qualche minuto ad asciugare.
questa delizia mi fa ricordare le mie estati da adolescente trascorse in sicilia dove un piao di pezzi di sfincione erano il nostro pranzo preferito sulla spiaggia!
RispondiEliminabaci
Alice
lo adoro! Un abbraccio SILVIA
RispondiEliminaMamma mia Fra, mi ci fionderei sopra!!!! Sento il profumo fino a qui ^_^
RispondiEliminaSei stata grande. Un bacione.
Una bella botta di condimento .. ma che bontà!!!!! baci e buon w.e. :-)
RispondiEliminaChe bontà pazzesca!!!!!!!!
RispondiEliminavivrei di queste cose sfiziose ! Buon weekend
RispondiEliminaMaròòòòò che paradiso! Quelle foto parlano e raccontano di qualcosa di estremamente soffice, gustoso e mediterraneo... guarda che forse mi hai regalato un'idea per cena ;)
RispondiEliminaNon l'ho mai mangiato, ma mi sa di qualcosa di molto gustoso e buono e ne mangerei ben volentieri un quadratino anche io !
RispondiEliminache bello quel libro, i suoi mi piaccion tutti a dire il vero, deve essere ottimo il tuo sfincione, già il nome mi piace da matti!
RispondiEliminanon l'ho mai mangiato, ma penso mi piacerebbe molto!
RispondiEliminaIrresistibile, che bontà!!!
RispondiEliminaMa che delizia!!! Sono quelle cose a cui non riesco a resistere!!! Bravissima e buon week end
RispondiEliminaWow! Ha un aspetto delizioso. Non ho letto La monaca, ma apprezzo moltissimo Simonetta Agnello Hornby.
RispondiEliminaUna vera delizia , davvero irresistibile . Un abbraccio, buona giornata, Daniela.
RispondiEliminami piace troppo, lo mangerei a qualsiasi ora! >Buona serata!!!
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