A Ronciglione località in
provincia di Viterbo, ogni anno il lunedì di carnevale i membri de La Società dei Nasi Rossi - maschera
tipica ed emblema del carnevale ronciglionese - danno vita alla cosiddetta
"Pitalata". I membri sfilano vestiti in camicia da notte bianca, con
papalina e il naso rosso, cantando un inno al vino ed offrendo ai passanti
pitali colmi di rigatoni conditi col sugo di carne.
La Società dei Nasi Rossi nacque nel 1900 dall'idea di quattro
ronciglionesi che decisero di formare la società con lo scopo di far divertire
la popolazione nella giornata del lunedì di Carnevale. La maschera del Naso
Rosso doveva incarnare l'anima burlona, satirica, sarcastica, dissacratrice e soprattutto
godereccia dei ronciglionesi. Con il passare del tempo, il numero dei soci è
andato sempre aumentando e si sono anche modificate alcune
caratteristiche tipiche; in origine i rigatoni erano serviti con forchette di
legno nei pitali, oggi le forchette sono in plastica monouso e i pitali sono
realizzati in ceramica imitando gli antichi vasi da notte in cui sono dipinti
angoli caratteristici del borgo medievale, tanto da essere oggetti da
collezione.
Alla maschera dei Nasi Rossi hanno
dedicato una Sala nel Palazzo delle
Maestranze, sede da alcuni anni delle Arti, dei Mestieri, del Folclore e
della Storia di Ronciglione oltre che spazio culturale ed espositivo. Nel
progetto di recupero architettonico e decorativo dell’antico edificio
seicentesco - terminato nel 2008 - la maschera del Naso Rosso si trova raffigurata
nel fregio del soffitto della Sala: mentre esce da un’apertura del fregio con
un fiasco di vino in mano e nel collo una fila di salsicce.
E mentre entra in un’apertura del fregio mostrando il posteriore con una forchetta in mano con infilzato un rigatone.
E mentre entra in un’apertura del fregio mostrando il posteriore con una forchetta in mano con infilzato un rigatone.
Fonti:
Giacinta D'Agostino e
Donatella Cerulli, Lazio. I sentieri del
gusto e dell'arte, FN Editrice, Regione Lazio, 2004
Ingredienti:
Per il sugo
150 g di macinato di manzo
150 g di macinato di maiale
200 g di pelati
1 cipolla dorata
1 carota
1 gambo di sedano
mezzo bicchiere di vino bianco secco
olio extra vergine di oliva
maggiorana
timo
sale
pepe nero
400 g di rigatoni
80-100 g di Parmigiano Reggiano o Grana Padano
Preparazione:
Si trita a coltello la carota, il
sedano, la cipolla, si mette il trito in un tegame con olio extra vergine di
oliva si aggiunge la maggiorana e il timo, si lascia cuocere a fuoco moderato
per 5-8 minuti. Poi si uniscono i due macinati e si lascia cuocere a fuoco
vivace per alcuni minuti, il tempo per far colorire la carne. Si sfuma con il
vino bianco, si sala, si pepa; si aggiungono i pelati schiacciati con una
forchetta si fa insaporire per alcuni minuti. Si copre con un coperchio e si
lascia cuocere al fuoco basso per circa 40-50 minuti.
Si cuoce la pasta in abbondante acqua salata, si scola e si unisce il
sugo con un po’ di formaggio grattugiato, si manteca e si serve (nel mio caso
in una scodella di coccio) con altro formaggio grattugiato.
ma dai! Troppo interessante e divertente la storia di questa pasta...che mi dà l'idea di essere favolosamente buona!
RispondiEliminaTe l'ho mai detto che grazie a te scopro tante cose? Tra richiami a libri, collegamenti con belle ricette, prodotti doc, i tuoi post sono sempre interessantissimi ed è un piacere leggerli! Con la Società dei Nasi Rossi stasera sbalordirò il mio Assistente quando torna dal lavoro! E quasi quasi gli preparo anche la pasta (usando il Pomì così posso mangiarla anche io!).
RispondiEliminaBacioni
Ma tu pensa! Molto divertente la seconda immagine degli affreschi! :)
RispondiEliminaI rigatoni sono fantastici, troppo appetitosi!
Un abbraccio!
Se mi servono ciò che mostri in foto tu.. corro a Ronciglione immediatamente!!! che bella tradizione.. baci e buona settimana :-)
RispondiEliminaNon conoscevo questa ricetta, davvero interessante la sua storia. Deliziosa la ricetta . Un abbraccio, buona settimana Daniela.
RispondiEliminaCarissima, che bella presentazione e che meraviglia questi affreschi!!
RispondiEliminaQuesto piatto è davvero invitante!
un abbraccio e felice lunedì anche a te, Clara
Non conoscevo questa tradizione ronciglionese, né la maschera del Naso Rosso. Ad ogni buon conto, questi rigatoni al pitale, con quel sugo meraviglioso, devono essere fantastici! Buon Carnevale
RispondiEliminaVeramente un post interessante! ma pensa conosco bene ronciglione ma questi rigatoni proprio non li avevo mai sentiti nominare. Li preparerò sicuramente, hanno un aspetto così ghiotto!
RispondiEliminaGrazie per questo post e questo strepitoso piatto di rigatoni!!!
RispondiEliminaGrazie per questa pagina divertente che parla di tradizione e questi rigatoni sono la fine del mondo così conditi! Baci
RispondiEliminache piatto gustoso hai preparato ! Non conoscevo questa tradizione...Buona settimana
RispondiEliminaQuando ho letto il titolo sono rimasta di stucco, ma che bella tradizione!!!
RispondiEliminaIl piatto è golosissimo, e grazie anche per tutte le informazioni.
Un abbraccio
non conoscevo questa tradizione, è sempre bello scoprire cose nuove :)
RispondiEliminala tua pasta manderebbe in brodo di giuggiole la mia cavia
bacioni, buona settimana
eh si queste sono le ricette della mia infanzia, quanti ricordi!!!
RispondiEliminaChe bella tradizione! E che buona pasta!
RispondiEliminama che carina questa tradizione mi piace conoscerne di nuove!
RispondiEliminasucculenta e gustosa questa pasta!
baci
Alice
Amo sempre imparare cose nuove. Il tuo cenno storico è incantevole. Grazie e grazie per questo piatto saporitissimo.
RispondiEliminadavvero interessante questa storia non la conoscevo e molto belli gli affreschi, ma i tuoi rigatoni parlano...e i colori della fotografia sono molto belli...ciao cara un abbraccio
RispondiEliminaUna tradizione ed una storia che non conoscevo. Grazie per averla condivisa. Ricetta deliziosa.
RispondiEliminaBaci e buon Carnevale.
Le tradizioni italiane sono veramente tante e tutte così curiose e interessanti. Buonissimi i tuoi rigatoni al pitale, molto, molto invitanti. Buon Carnevale anche a te!!!
RispondiEliminaMa dai!! Un'usanza particolare e divertente di cui non avevo mai sentito parlare! E bellissima la tua scodella di coccio-pitale con i fiorellini azzurri! :)
RispondiEliminaQueste tradizioni tramandano piatti e usanze che dobbiamo tenere rinnovati ogni anno, come hai fatto tu con questo post ! Grazie del racconto e della ricetta ! Buon fine carnevale !!!
RispondiEliminaMa quante info! non ero proprio a conoscenza di questa bella tradizione, simpatica, carnevalesca e molto allegra... gli affreschi sono indicativi... e grazie per aver condiviso con noi una fetta di questa storia che si conclude con un piatto decisamente ottimo e proprio nelle mie corde:* complimenti fra:*
RispondiEliminaAhahhah troppo forte!!! Sei un portento di conoscenza :-) E la tua pasta mi fa morire!!! Bacionissimi
RispondiEliminaMa che simpatica questa tradizione e che meraviglia quel ricco e ghiotto "pitale" :)
RispondiEliminaUn abbraccio!!!!
Questo nome mi ha subito attratto e i rigatoni sembrano davvero deliziosi!
RispondiEliminaWow questa tradizione del carnevale di Ronciglione mi piace troppo! e chi non lo mangerebbe un bel piatto di questi rigatoni meravigliosi? :)))
RispondiEliminaLi avevo completamente dimenticata! Che buoni he sono e che buffa tradizione... sicuramente sono molto più decorosi e appetibili nel tuo coccio, e dai,no? Perfetti!
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