Chissà chi ha lasciato questo quaderno dalla fodera marmorizzata in biblioteca. Che l'abbia portato il fratello Signoretto da Londra? ne è tornato qualche mese fa e due volte è venuto a trovarli a Bagheria con dei doni inglesi. Ma questo quaderno non l'ha mai visto. Che sia stato dimenticato dall'amico di Mariano, quel giovanotto piccolo e corvino, nato a Venezia da genitori inglesi e che ha girato mezzo mondo a piediEra rimasto qualche giorno a Bagheria dormendo nella camera di Manina. Un tipo insolito: si alzava a mezzogiorno perché passava la notte a leggere. Le lenzuola si trovavano la mattina imbrattate di cera. Prendeva i libri in biblioteca e poi si dimenticava di riportarli indietro. Accanto al letto si era formata una pila alta un braccio. Mangiava molto, era goloso delle specialità siciliane: caponata, pasta con le sarde, “sfinciuni" con la cipolla e l'origano, gelati al gelsomino e allo zibibbo.Tutto nero di capelli aveva però la pelle chiarissima e bastava un poco di sole per sbucciargli il naso. Ma come si chiama Dick o Gilbert o Jerome? non riesce a ricordare. Perfino Mariano lo chiamava col cognome: Grass e lo pronunciava con tre esse.Sicuramente quel quadernetto era appartenuto al giovane Grass che veniva da Londra e andava a Messina in un viaggio di "ragionamento" come diceva lui.Dacia Maraini, La lunga vita di Marianna Ucrìa, Milano, Rizzoli, 1990
Lo Sfincione è un lievitato
dall’aspetto alto con una mollica morbida e bordi croccanti. Quello bagherese è
ricoperto da cipolle stufate, alici, tuma fresca, pecorino o caciocavallo, mollica di pane,
origano ed olio extra vergine e si distingue da quello palermitano per essere
in bianco, senza pomodoro.
La parola sfincione secondo
alcuni deriva dal latino “spongia” e dal greco “spòngos” ovvero spugna, riferendosi
all’impasto spugnoso, inoltre nel dialetto siciliano il termine “sfincia” è
usato per indicare qualcosa di morbido e soffice.
Lo spunto per questa specialità
siciliana mi è venuto leggendo il passo riportato de La lunga vita di Marianna Ucrìa di Dacia Maraini. Il romanzo ambientato
in Sicilia nella prima metà del Settecento racconta la storia di Marianna Ucrìa
figlia sordomuta di una nobile famiglia parlemitana, che appena tredicenne è
costretta a sposarsi con lo zio materno. La protagonista che solo dopo quattro
anni di matrimonio ha avuto già tre figli, si rifugerà nella villa di Bagheria
passando giornate intere a leggere ed a scrivere, sviluppando una sensibilità
ed una visione del mondo lontana da quella del suo tempo e del suo rango, tanto
che la porterà ad essere amata dalla servitù e dai contadini che lavorano per
la famiglia. Proprio nel suo rifugio preferito la biblioteca, la protagonista
trova un quaderno dalla fodera marmorizzata del filosofo David Hume portato dal
giovane ospite inglese Grass, e ricordandolo ne menziona la grande passione per
la cucina siciliana e le sue specialità tra cui lo "Sfinciuni" con la
cipolla e l'origano.
Ricetta tratta liberamemente da:
Ingredienti:
Per l’impasto
500 g di farina 0
300 ml circa di acqua dipende dall’assorbimento della farina
3 g di lievito di birra secco o 9 g di lievito di birra
fresco
25 g di olio extra vergine di oliva
1 cucchiaino scarso di sale
Per il condimento
100 g di Caciocavallo semistagionato
80 g di formaggio primo sale (ci vorrebbe la Tuma fresca)
150 g di mollica di pane raffermo
8 filetti di alici sott’olio
3 cipolle dorate medie
origano abbondante
olio extra vergine di oliva
sale
pepe nero
Preparazione:
In un pentolino si fa intiepidire
l’acqua, una parte si versa in un bicchiere dove si fa sciogliere il lievito di
birra per dieci minuti circa.
Si setaccia la farina e si mette
in una grossa ciotola, si versa l’acqua dove si è fatto sciogliere il lievito,
s’impasta un po’ e si comincia ad aggiungere poco per volta la restante acqua,
il sale e per ultimo l’olio extra vergine di oliva. Si lavora il tutto il tempo
per far amalgamare gli ingredienti. Poi s’incomincia ad impastare fino ad avere
un composto consistente morbido ed elastico. Si dà la forma di una palla, si
mette in una capiente ciotola unta di olio extra vergine di oliva e si copre
con un panno. Si lascia a lievitare nel forno spento fino a quando raddoppia di
volume.
Nel frattempo, in un tegame si
mettono le cipolle tagliate a fettine con un filo di olio extra vergine di
oliva, sale ed un po’ di acqua, si coprono e si fanno cuocere a fuoco basso per
20 minuti circa. Una volta cotte, dovranno risultare sfatte, si pepa e si
lascia raffreddare.
Si sbriciola la mollica di pane
raffermo e si unisce il Caciocavallo semistagionato grattugiato, il pepe nero,
abbondante origano ed un filo d’olio extra vergine di oliva, si mescola il
tutto.
Passato il tempo di lievitazione
dell'impasto, lo si rovescia sulla spianatoia infarinata si allarga un po’ e si
trasferisce i una teglia dai bordi alti unta di olio extra vergine di olive e si
lascia lievitare per 1 ora circa. Passato il tempo, sulla superficie si
cospargono le alici spezzettate, si copre con fettine di formaggio primo sale,
sopra si versano le cipolle cotte, si sparge bene per tutta la superficie,
infine si spolverizza con la miscela di mollica di pane, Caciocavallo ed
origano, si aggiunge un filo d’olio extra vergine di oliva. S’inforna a forno
caldo a 220° C per 25-30 minuti circa. Si sforna, si aggiunge un filo di olio
extra vergine di oliva e si lascia qualche minuto ad asciugare.
troppo sfizioso! mi fai venire fame! segno subito la ricetta!
RispondiEliminaMolto molto sfizioso gna gnam prendo nota non so quando ma un giorno lo farò :-))
RispondiEliminaBuona serata
una vera goduria!
RispondiEliminabaci
Alice
Eccoti ancora qui con le tue sfiziosissime proposte ricche di storia e cultura. Ma quanto mi piaci? ^_^
RispondiEliminauna prelibatezza per me...io però elimino le alici...ahimè ho sempre il problema del pesce!
RispondiEliminaMamma mia! questo sfincione deve essere di una bontà incredibile! :P
RispondiEliminache piatto sfizioso !
RispondiEliminaSfiziosissimo, ricetta segnata . Un abbraccio, Daniela.
RispondiEliminauno stuzzichino fantastico!!! Buona serata.
RispondiEliminaFaccio da sempre quello alla palermitana ma questo mi stuzzica.....va provato!
RispondiEliminaChe bontà!!!! Ottima ricetta!
RispondiEliminaOgni tuo piatto non è mai a caso, è una ricerca meticolosa. Ti apprezzo tantissimo :-) Bacioni cara!
RispondiEliminaWow non conoscevamo lo sfincione né le sue interessanti origini!prendiamo nota perché deve essere una delizia:)
RispondiEliminaBuon fine settimana!
Che buono Fra!:)
RispondiEliminaDelizioso!
Ricetta che assolutamente non conoscevo. Grazie per averla condivisa.
RispondiEliminaProprio non sapevo cos'era lo sfincione, ma moooolto bella la ricetta!!! Grazie per averla condivisa!!!
RispondiEliminaIo da palermitana abitante da 20 anni a Bagheria so'che la ricetta prevede farina di semola di grano duro
RispondiEliminaCiao! Io ho seguito la ricetta che ho riportato, diminuendo le dosi. Tuttavia, non dubito che la ricetta preveda la semola rimacinata di grano duro. Grazie, lo riproverò con la semola!
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