Era una fine di ottobre con preparativi di dolci, e sul tavolo della cucina erano stati lasciati gli ingredienti per i pabassinos dei morti; c’erano la scorza d’arancia, i semi di finocchio, le lamelle di mandorle e un barattolo di saba di fichi d’india scura e viscosa come caramello, con un sapore dolce pieno di sentori fioriti che avrebbe legato l’impasto come una malta aromatica. Ciascun ingrediente stava nel suo cartoccio, tranne l’uvetta passa che era stata messa a rinvenire in una ciotola con acqua di fiori d’arancio.Michela Murgia, Accabadora, Einaudi, 2009
Con Quanti modi di fare e rifare siamo andati da Paola per fare i Pabassinos (o Papassinas o Papassìno)
che sono dei dolci tipici sardi preparati in genere in autunno per la presenza
della “papassa” ossia l’uva passa da cui prende il nome. Sono legati anche alla
ricorrenza dei defunti, erano offerti ai bambini vestiti di stracci che
andavano di casa in casa chiedendo una piccola offerta per le anime dei defunti;
oppure erano lasciati sulle tavole apparecchiate la notte a cavallo tra il 31
ottobre e il 1 novembre per le anime dei propri cari.
Come ogni ricetta tradizionale ci
sono tante varianti negli ingredienti e nella preparazione La base comune della
ricetta è composta di farina, strutto, uova, zucchero, frutta secca e uva
passa; in alcune ricette è presente la sapa o saba di mosto d'uva o di fichi d’india
come legante, che dona ai dolci un colore scuro. Quest’ultimo ingrediente,
infatti, è ricordato nel passo del bel romanzo di Michela Murgia, Accabadora, ambientato in una Sardegna del
1950 nell'immaginario paese di Soreni, con protagonista la sarta Bonaria Urrai
e la "Fillus de anima" Maria Listru.
Ho
seguito la ricetta di Paola con solo piccole variazioni negli ingredienti e
nella preparazione.
Per
la ricetta originaria rimando al blog Pinkopanino, questa è la mia versione.
Ingredienti:
500 g di farina
250 g di mandorle
150 g di uva passa
130 g di strutto
125 g di zucchero
35 g di semi di anice
3 uova
scorza grattugiata di 1 limone grande (oppure due piccoli)
Glassa all’acqua
200 g di zucchero a velo
6 cucchiai di acqua
granella di zucchero
Preparazione:
Si mette l'uvetta in ammollo in
acqua fredda. In una grande ciotola si versa la farina setacciata, lo strutto,
lo zucchero e la scorza di limone, si inizia a lavorare con la punta delle dita
per avere un composto bricioloso; poi si uniscono le uova e si lavora fino ad
avere un composto omogeneo. Si aggiungo i semi di anice, l'uva passa strizzata
e le mandorle tagliate grossolanamente; si amalgama il tutto, si avvolge in una
pellicola e si mette in frigo per 30 minuti.
Passato il tempo si stende il
composto un'altezza di 1.5 cm circa (io un po’ meno), si taglia a losanghe con una rotella
dentata. Si depositano le losanghe in una placca ricoperta da carta
forno, s’infornano a 180° C per 20-30 minuti, dipende dal forno, fino a quando
sono dorati.
Una volta cotti si mettono su una
gratella a raffreddare.
Si prepara la glassa all’acqua, mettono
lo zucchero a velo e l’acqua in una ciotola si lavora con la frusta fino ad ottenere
un composto sodo e morbido. Si passa sui biscotti e si mettono i confettini
colorati (io la granella di zucchero).
Quanti modi di fare e
rifare...
Appuntamento al 9
novembre nel blog Lievitati e altro di Nadia con
Buongiorno carissima Fr@ e ben ritrovata!
RispondiEliminaEccoci qui di nuovo tutti insieme, tra caldi, confortanti colori autunnali e deliziosi profumini che si diffondono mensilmente nella nostra gioiosa cucina aperta!
Anna e Ornella ti ringraziano calorosamente per la bellissima versione di Sos Pabassinos e ti aspettano, domenica 9 novembre, nella cucina della brava e cara Nadia per preparare i Caronsei!
Baci
Cuochina
Mai assaggiati questi dolcetti e mi piace il vostro "giocare" a fare e rifare... Bella ricetta, complimenti !!!
RispondiEliminaVisti da Paola poco fa... che buoni devono essere.. Amo la cucina sarda... baciotti e buona domenica :-)
RispondiEliminaBravissima Fra...ti sono venuti davvero bene...spero ti siano piaciuti!!
RispondiEliminaUn abbraccio!!
Prendiamo nota del titolo del romanzo da te citato, bellissimi i tuoi pabassinos, alla prossima!
RispondiEliminaLook beautiful. Che bella recetta!!
RispondiEliminaBuonissimi i pabassinos .... quante cose scopriamo con la Cuochina!!!!
RispondiEliminaVien voglia di rubare quel bel cestino e gustare i tuoi golosi biscotti... bravissima hanno un aspetto delizioso!!!
RispondiEliminaBacioni:)
...non ho mai assaggiato questi biscottini isolani...
RispondiEliminaTroppo buoni questi dolcetti... baci :)
RispondiEliminaCiao Fra, bellissimo il passaggio tratto dal libro!!! E bellissimi anche i tuoi pabassinos!!!
RispondiEliminaA presto
ciao Fr@,
RispondiEliminai tuoi abbinamenti cibo, pittura, letteratura ...ci piacciono sempre molto, molto.
Abbiamo già fatto una piccola ricerca in internet su Michela Murgia, Accabadora, Maria e dell’adozione e dell’eutanasia vissuti in una Sardegna anni 50......come facciamo a non leggerlo?
I tuoi pabassinos sono semplicemente speciali!
Un bacio dalle 4 apine
conosco questi dolcetti solo di nome ma non li ho mai assaggiati. a giudicare dagli ingredienti però devono essere proprio buoni, adoro l'aroma dell'anice e l'uvetta. un bacio, buona settimana
RispondiEliminaSono sincera, non impazzisco per i dolci sardi ma di te mi fido, quindi questi saranno ottimi!!
RispondiEliminali ho mangiati in Sardegna, buonissimi !
RispondiEliminaeccoli i tuoi, bellissimi e golosi! Un abbraccii SILVIA
RispondiEliminavedo che hai anche tu hai usato la granella di zucchero.. la tua presentazione è molto bella invidio molto le splendide foto. Ho molto da imparare.Un caro saluto.
RispondiEliminaNon li ho mai assaggiati, chissà che buoni. E poi grazie per avermi fatto conoscere un altro blog :-) Bacioni e buona giornata!
RispondiEliminaOttimi! Dei biscotti che "profumano" d'autunno!
RispondiEliminaIn questa rubrica imparo sempre cose nuove, non conoscevo questi biscotti. Hanno un aspetto delizioso.
RispondiEliminane sto vedendo parecchi in giro e mi sa che provo a farli!
RispondiEliminai tuoi claasici e golosi pabassinos vanno provati,brava mi hai convinta,intanto ho girato, mi è piaciuto il tuo blog mi aggiungo ai lettori alla prossima ,adesso ti seguo da vicino
RispondiEliminai dolci sardi sono unici ed inconfondibilmente legati alle antiche tradizioni, che Michela Murgia sa descrivere con grande maestria. Questi non me li lascio scappare! Baci :))
RispondiEliminaNonostante faccia ancora caldissimo e in questo momento stia lottando con le zanzare,giuro che farei follie per assaggiarne uno!Mi hanno sempre ispirato e poi mi ricordano il Natale..O-o Natale e zanzare,oddioooo!Un bacione cara e complimenti come sempre!
RispondiEliminaSono dolcetti che non ho mai mangiato, ma amando molto i dolci della tradizione sarda, sono certa che li apprezzerei moltissimo!!
RispondiEliminaDevono essere buonissimi. Adoro i dolci con lo strutto, hanno una morbidezza e un profumo unico!
RispondiEliminaBaci.
Ciao Fra, li abbiamo appena visti anche da Paola, non li conoscevamo affatto! Come tutti i dolci della tradizione sarda, devono essere buonissimi!
RispondiEliminaBuona giornata, baci!!
Bellissimi e che buoni..... Sono piaciuti tanto anche a noi bellissima versione complimenti !!!!
RispondiEliminaIl mese prossimo ti aspetto da me ....
Un abbraccio :-)))
Per me Francesca, questi biscotti sono legati a ricordi molto belli dei miei trascorsi da studentessa...Li riportava la mia compagna di stanza, quando tornava dalle sue vacanze a Lanusei...La tua versione è bellissima e di sicuro una delizia!! Baci, Mary
RispondiEliminagolosissima di sicura anche la tua versione, bravissima
RispondiEliminaCiao Fr@! Buonissima anche la tua versione!
RispondiEliminaAlla prossima!
davvero buonissimi, per me sono stati una scoperta meravigliosa.... bellissimi i tuoi! complimenti!
RispondiEliminaNon li conosco questi biscottoni, ma sembrano davvero appetitosi!!!
RispondiEliminaSono davvero deliziosi, non credi? :*
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