mercoledì 30 gennaio 2013

Involtini di verza con cous cous


Sono degli involtini di verza ripieni di cous cous insaporito da un soffritto di carota, sedano, cipolla,  verza brasata e salame. Sono saporiti, possono essere un piatto unico.







Ingredienti:
200 g di cous cous precotto
12 foglie di verza
4 fette spesse di salame tipo corallina o a grana grossa
1 carota
1 cipolla dorata
1 costa di sedano
250 g di passata di pomodoro
100 g di parmigiano Reggiano o Grana Padano
mezzo bicchiere di vino rosso (io Sangiovese di Toscana)
olio extra vergine di oliva
sale
pepe



Preparazione:
Si monda la verza e si staccano 12 foglie, si lavano e si fanno cuocere per alcuni minuti in acqua calda 10 foglie. Si scolano e si lasciano asciugare.
Nel frattempo si tagliano a listarelle le 2 foglie di verza crude. In un’ampia padella si fa soffriggere la carota, il sedano e la cipolla tagliata a pezzetti; si uniscono le listarelle di verza, si fa perdere l’acqua di vegetazione, s’irrora con il vino rosso, si fa evaporare, si aggiunge un cucchiaio di passata di pomodoro, si sala, si pepa e si lascia cuocere coperto a fuoco lento per 10 minuti circa.
Si cuoce il cous cous come indicato nella confezione, si trasferisce in un’insalatiera, si uniscono le listarelle di verza brasate, il salame tagliato a tocchetti, parte del parmigiano grattugiato, si mescola il tutto. Si mette un po’ di composto nelle foglie di verza si chiudono, e si depositano in una pirofila, uno attaccato all’altro; si coprono con la passata di pomodoro, e il restante parmigiano grattugiato, un filo d’olio extra vergine di oliva, si mette in forno ben caldo a 200° C per 20 minuti circa.





lunedì 28 gennaio 2013

Lumaconi al forno con broccolo siciliano e gorgonzola


La pasta al forno mi piace in tutte le versioni con la carne, con le verdure, con il pomodoro, “bianca”; mi piace la crosticina dorata e croccante che si forma.  
La proposta di oggi è con il broccolo siciliano ripassato in padella e una sorta di fonduta di gorgonzola. Ho scelto come formato di pasta i lumaconi, così che il condimento entra anche all’interno. Non è un piatto leggero; può essere considerato più un piatto unico.








Ingredienti:
400 g di lumaconi
1 broccolo siciliano di 500 g circa
1 spicchio di aglio
olio extra vergine di oliva
peperoncino
sale

200 ml di latte intero
25 g di fecola di patate
80 g di gorgonzola
50 g di parmigiano Reggiano o Grana Padano


Preparazione:
Si monda il broccolo siciliano, si lava per bene e si fa bollire in acqua calda leggermente salata per 10 minuti. Si scola, si fa raffreddare e si divide a cimette. In una larga padella si fa scaldare l’olio extra vergine di oliva con il peperoncino, si uniscono le cimette di broccolo e si fanno saltare per 8-10 minuti circa.
Si scalda il latte, si unisce la fecola di patate e metà del gorgonzola, si miscela il tutto il tempo di far sciogliere il gorgonzola.
Si porta ad ebollizione abbondante acqua per la pasta, si fanno cuocere i lumaconi e si scolano alcuni minuti prima della fine di cottura, si aggiungono al broccolo siciliano, si fa saltare il tutto. In una pirofila si mette un filo di olio extra vergine di oliva si versa la pasta condita e sopra si versa la miscela di latte e gorgonzola, si spolvera con il parmigiano grattugiato e si unisce il restante gorgonzola tagliato a tocchetti. Si mette in forno caldo a 200° C per 30 minuti circa, finchè sarà tutto gratinato.











venerdì 25 gennaio 2013

Lanzardo con finocchi ed olive


In più post ho manifestato le mie preferenze per il pesce azzurro in particolare per le alici, lo sgombro e il lanzardo. La ricetta di oggi ha come protagonista proprio quest’ultimo accompagnato da finocchi ripassati ed olive tipo Gaeta. L’abbinamento pesce e finocchi, sia crudi che cotti, per me è molto gustoso; mi capita spesso di fare.
Proprio ieri Cristina ha pubblicato un post dove esaltava i finocchi che nel suo caso accompagnavano la ricciola; conclude il post con “Si possono infinocchiare anche altri filetti di pesce naturalmente!” Ecco per l’appunto…








Ingredienti:
1 lanzardo di 400 g circa sfilettato oppure uno sgombro
1 finocchio
3 cucchiai di olive tipo Gaeta o taggiasche
semola rimacinata di grano duro q. b.
olio extra vergine di oliva
sale
pepe nero


Preparazione:
Si mondano e si tagliano a fette il finocchio, si mette in una padella con un filo di olio extra vergine di oliva e il sale grosso. Si copre e si fa cuocere per 15 minuti circa, il tempo di far perdere l’acqua di vegetazione, si uniscono le olive private del nocciolo e si fa insaporire per alcuni minuti.
Nel frattempo se non si è fatto sfilettare il lanzardo dal pescivendolo, si sfiletta e si taglia in più pezzi. Si impana con la semola rimacinata di grano duro e si frigge in olio extra vergine di oliva. Si fa asciugare dall’olio in eccesso, si sala e si pepa.
S’impiatta accompagnato dai finocchi stufati con le olive.










mercoledì 23 gennaio 2013

Torta di mele


La ricetta di questa torta di mele è di una cara amica di mia madre. La basa è ottima, può essere usata con altri ripieni.






Ingredienti per uno stampo di 28-33 cm di diametro:

Per la pasta
400 g di farina 00 (più quella per la spianatoia)
150 g di zucchero
100 g di burro
3 tuorli
1 uovo intero
1 bustina di lievito per dolci

Ripieno
5-6 mele medie di Golden o Granny Smiths o Renette
80 g di uvetta
40 g di zucchero
1 cucchiaino di cannella

Guarnizione
zucchero a velo

Preparazione:
Si lavora il burro appena tolto dal frigo con la farina fino ad ottenere un composto dall'aspetto sabbioso. Si uniscono i tuorli e l’uovo intero,  lo zucchero e il lievito per dolci, si lavora il tutto fino ad ottenere un impasto compatto. Si forma una palla, si copre.
Nel frattempo si mette a bagno l’uvetta per farla rinvenire, si sbucciano le mele e si tagliano a fette, si unisce lo zucchero, si fanno cuocere per alcuni minuti il tempo di far sciogliere lo zucchero, ed eliminare un po’ di acqua delle mele; poi si unisce la cannella e l’uvetta.

Si spolverizza di farina la spianatoia, si prende una parte della pasta si stende con il mattarello infarinato fino ad ottenere un disco. S’imburra lo stampo o si riveste di carta da forno si adagia la pasta, si versano le mele. Si stende l’altra parte della pasta ottenendo un disco, si sistema sul ripieno di mele, si preme sul bordo in modo da sigillarlo. Si mette in forno preriscaldato a 180° C per 1 ora circa (dipende dal forno) finché l’esterno sarà dorato.
Si  fa raffreddare, si sforna  e quando è fredda si spolvera di zucchero a velo. 









lunedì 21 gennaio 2013

Boeuf en Daube della signora Ramsay


… voleva che la cena fosse particolarmente gradevole  e difatti sarebbe stato servito il capolavoro di Mildred – il Boeuf en Daube. Tutto dipendeva dal servire le portate al momento esatto in cui erano pronte. La carne, l’alloro, il vino – tutto doveva essere cotto al punto giusto . 
 […]
un delicato aroma di olive, olio, e sugo si levò dalla enorme terracotta quando Marthe, con una certa ostentazione, tolse il coperchio. La cuoca aveva lavorato tre giorni a quel piatto. Ora devo fare molta attenzione, pensò la signora Ramsay, affondando nella massa di carne soffice, e scegliere un pezzetto particolarmente tenero per William Bankes. Scrutò nel fondo del vassoio, le sue lucide pareti e la mescolanza di saporite carni scure e bianche, e le foglie d’alloro e il vino, e pensò, così festeggeremo l’evento.
[…]
 “E’ un trionfo” disse Bankes, posando per un momento il coltello. Aveva masticato con attenzione. La carne era ricca di sapori e tenera. La cottura perfetta. Come riusciva a fare una cosa del genere, quaggiù in campagna? Le chiese. Era una donna meravigliosa. Tutto il suo amore e la sua ammirazione per lei erano tornati, e lei se ne accorse.
“E’ una ricetta francese di mia nonna” disse la signora Ramsay, e una nota di piacere risuonò alta nella voce.


Virginia Woolf, Al faro, Feltrinelli.



Ho voluto intitolare il piatto Boeuf en Daube della signora Ramsay prendendo spunto da uno dei protagonisti del romanzo di Virginia Woolf, Al faro.  I passi che ho riportato descrivono la gran cena in cui la signora Ramsay serve il Boeuf en Daube preparato dalla cuoca di famiglia Mildred seguendo la ricetta della nonna francese.
La signora Ramsay è una madre di famiglia descritta come una donna di una bellezza regale, con un’eleganza essenziale, affabile ed amorevole verso i familiari e gli amici; è come un faro sia da viva che da morta, intorno a cui girano tutti i personaggi del romanzo.
Mi è piaciuto questa figura di donna, perché in certo senso è l'immagine della vita stessa; una delle sue frasi preferite era «Vita, fermati qui». Trovo che proprio questo sia il senso del romanzo, una sorta d’inno alla vita che continua nonostante le avversità, le perdite delle persone care che grazie ai ricordi, ai loro insegnamenti in qualche modo continuano a vivere.
Dunque, in “onore” della signora Ramsay ecco il Boeuf en Daube.  

Il Boeuf en Daube è una preparazione d’origine francese in particolare provenzale, a base di carne di manzo marinata con un vino rosso di buon corpo, cipolle, carote, aglio ed erbe aromatiche, poi cotta molto dolcemente per minimo 3 ore in una particolare casseruola in terracotta chiamata daubière da cui prende il nome il piatto. Per chi non ha una daubière (come me) può utilizzare un tegame di coccio, nel mio caso regalato da Nuccio del Blog di Max.










Ingredienti:
600 g di polpa di manzo tagliata a cubetti
50 g di pancetta o lardo
500 ml di vino rosso di buon corpo io ho utilizzato il Morellino di Scansano
80 g di olive nere
2 carota
2 cipolle dorate medie
2 foglie di alloro
2 spicchi di aglio
un mazzetto aromatico composto da: timo, rosmarino, salvia, maggiorana e prezzemolo legati da uno spago da cucina
1 chiodo di garofano
4 bacche di ginepro
olio extra vergine di oliva
sale
pepe nero in grani


Preparazione:
In una ciotola si mette la carne, le carote tagliate a rondelle, le cipolle tagliate a fettine, lo spicchio d'aglio, le bacche di ginepro leggermente pestate, il chiodo di garofano, le foglie di alloro e il mazzetto aromatico composto da timo, rosmarino, salvia, maggiorana e prezzemolo, il pepe in grani e si copre con il vino. Si lascia marinare in frigorifero mescolando ogni tanto per almeno 12 ore.
Passato il tempo si scola la carne dalla marinatura, si asciuga bene. Per chi non possiede la daubière (come me), si prende un tegame di terracotta o di ghisa si fa sciogliere la pancetta o il lardo tagliato a pezzetti in un po’ di olio extra vergine di oliva, poi si aggiunge la carne, si fa rosolare per bene da tutti i lati a fuoco vivace per 8-10 minuti. Una volta dorata la carne si toglie, si mette da parte e nel tegame si versano le verdure della marinatura, si fanno appassire per 5-8 minuti. Poi si aggiunge la carne, si bagna con il vino della marinatura e si fa sfumare. Si uniscono due mestoli di acqua calda a coprire la carne, si lascia cuocere a fuoco basso coperta con il coperchio per 3 ore circa mescolando ogni tanto.
Trascorso il tempo si toglie il mazzetto aromatico si aggiungono le olive nere, si mescola bene, si alza la fiamma e si fa restringere un po’ il liquido. Si serve la carne ben calda con il suo intingolo.





venerdì 18 gennaio 2013

Polpo agli agrumi e menta


A parte le proprietà benefiche degli agrumi, i loro colori mi trasmettono allegria. Ho molto apprezzato questo polpo profumato agli agrumi e alla menta.


Polpo con arancia, limone e menta




Ingredienti:
1 polpo da un kg circa
1 arancia (succo e scorza)
1 limone (succo e scorza)
2 spicchi di aglio
1 ciuffo di prezzemolo
1 rametto di menta
olio extra vergine di oliva
sale
pepe nero


Preparazione:
Si toglie il becco e gli occhi del polpo, si lava per bene. Si mette in un’ampia pentola ricoperta di acqua. Si porta a bollore e si fa cuocere per 40-45 minuti, fino a quando il polpo risulterà tenero.
Si lascia raffreddare nella sua acqua, poi si taglia a tocchetti. Si mette in un’ampia ciotola, si aggiunge il prezzemolo, la menta, gli spicchi di aglio tritati e le scorzette di arancia e limone. Si emulsiona il succo dell’arancia, del limone con l’olio extra vergine di oliva, il sale e il pepe nero. Si irrora il polpo; si mescola e si lascia riposare per qualche ora, prima di servire.











mercoledì 16 gennaio 2013

Cardo (quasi) alla parmigiana



Juan Sánchez Cotán, Natura morta con cardo e carote
Juan Sánchez Cotán, Natura morta con cardo e carote, Granada, Museo de Bellas Artes



Juan Sánchez Cotán (Orgaz 1560 – Granada1627) è un pittore spagnolo, tra i più importanti del genere bodegòn, il nome dato alla natura morta spagnola.
Nella quasi totalità delle sue opere ci sono pochi cibi collocati all'interno di uno spazio architettonico, una sorta di cornice che sembra riprodurre un angolo di cucina essenziale, dove è quasi sempre presente il cardo.
In quest’opera l’autore è riuscito a rendere perfettamente la consistenza dei due ortaggi grazie all’uso della luce, ma anche a dare profondità; esemplari sono le carote disposte nel bordo della soglia che sembrano entrare nello spazio dello spettatore.
Proprio il cardo e le carote sono lo spunto per la ricetta di oggi. Amo molto il cardo, penso che sia tra gli ortaggi invernali quello meno apprezzato. E’ economico e si presta a creare degli ottimi piatti.








Ingredienti:
1 cardo di un chilo circa
4 carote medie
1 cipolla dorata
400 g di passata di pomodoro
100 g di formaggio a pasta morbida
100 g di Parmigiano Reggiano o Grana Padano
farina q.b.
olio extra vergine di oliva
sale
pepe nero


Preparazione:
Si monda il cardo e si taglia a pezzi. Si porta l’acqua ad ebollizione e si lessa per 15-20 minuti, si scola e si lascia raffreddare. S’infarinano le varie parti del cardo e si friggono in olio extra vergine di oliva, si scolano dall’olio in eccesso.
In una pentola si fa soffriggere la cipolla e le carote tagliate a tocchetti, si aggiunge la passata di pomodoro, si sala, si pepa e si fa cuocere per 15-20 minuti.
In una pirofila si mette un po’ di sugo di carote e cipolla, si mette uno strato di cardi, uno strato di formaggi grattugiati, un altro strato di sugo, si continua così con gli ingredienti, si conclude con la strato di formaggi grattugiati.
S’informa a forno preriscaldato a 180° C per 40-50 minuti dipende dal forno, comunque fino a formare la crosticina in superficie.











lunedì 14 gennaio 2013

Tonnarelli con crema di cavolini di Bruxelles


Ho pensato di unire ai cavolini la sapidità dei capperi, li ho ridotti in crema e ho condito i tonnarelli, particolarmente adatti per la loro porosità, ad assorbire i condimenti.
Un primo veloce e gustoso.








Ingredienti:
350 g di tonnarelli
500 g circa di cavolini di Bruxelles
40 g di capperi sotto sale
80 g di parmigiano Reggiano o Grana Padano
1 spicchio di aglio
olio extra vergine di oliva
peperoncino
sale

Preparazione:
Si mondano i cavolini di Bruxelles eliminando le eventuali foglioline esterne rovinate, si lavano per bene e si fanno bollire in acqua calda leggermente salata per 8-10 minuti. Si scolano e si mettono in un mixer (lasciando qualcuno da parte per la decorazione) con uno spicchio di aglio, i capperi dissalati sotto l’acqua corrente, si aziona il mixer unendo a filo l’olio extra vergine di oliva, fino a far diventare il tutto una purea.
Si porta ad ebollizione abbondante acqua per i tonnarelli, nel frattempo in una larga padella si mette un filo di olio extra vergine di oliva con un po’ di peperoncino, si unisce la purea si fa scaldare leggermente, unendo un po’ di acqua di cottura della pasta; si aggiungono i tonnarelli cotti e una manciata di parmigiano grattugiato, si salta il tutto in modo da far assorbire la purea ai tonnarelli.
S’impiatta e si aggiunge a piacere il parmigiano grattugiato.





sabato 12 gennaio 2013

Oggi è sabato…Trippa alla romana


Come ho già accennato in un altro post, nella cucina romana ha un posto da protagonista il “Quinto quarto”, vale a dire i tagli meno nobili della macellazione del bestiame.  Tra questi oltre la famosa coda alla vaccinara c’è la trippa, una frattaglia costituita dalle diverse parti dello stomaco del bovino. E’ un piatto popolare che in passato era consumato soprattutto di sabato, il giorno dedicato alla trippa. Nelle vecchie osterie ogni giorno della settimana aveva il suo piatto, i più tipici erano: giovedì gnocchi, venerdì pesce, sabato trippa. Ovviamente la scelta del menù dipendeva dai giorni di macellazione al Mattatoio di Testaccio e dai precetti religiosi.
Come ogni ricetta tipica ci sono vari modi di prepararla, ma non può mancare la menta e il pecorino romano, perché la trippa è “cor pecorino”.
La coda alla vaccinara mi piace ma le interiora non sono di mio gradimento, mentre al resto della famiglia piacciono molto, quindi qualche volta capita di farle per loro.







Ingredienti:
500 g di trippa
1 cipolla dorata
250 g di pomodori pelati
80 g di pecorino romano
foglie di menta
olio extra vergine di oliva
peperoncino
sale


Preparazione:
Se non trovate la trippa già lessata, si prende la trippa e si lava per bene sotto l’acqua fredda, si lessa in abbondante acqua bollente, minimo un’ora, fino a quando sarà tenera. Una volta cotta si scola e si taglia a listarelle.
In un ampio tegame si fa imbiondire la cipolla in olio extra vergine di oliva e peperoncino, si aggiungono i pelati, si schiacciano con la forchetta, si sala e si lascia cuocere a fuoco basso per 10 minuti circa. Si uniscono le striscioline di trippa e si lascia cuocere per 25 munti circa. Una volta cotta si uniscono le foglioline di menta sminuzzate. Si serve cosparsa con una gran manciata di pecorino grattugiato.





giovedì 10 gennaio 2013

Pasticcio di pane e carciofi


Una cosa che non amo è gettare il cibo nella spazzatura, in modo particolare il pane che cerco sempre il modo di riutilizzarlo. Questo piatto è nato proprio per utilizzare il pane.
Ho ammorbidito le fette di pane con il brodo di carne (scottona e pollo) che avevo fatto due giorni prima (quindi bello sgrassato), poi ho aggiunto dei carciofi cotti in padella profumati con la menta (del mio balcone), li ho coperti con uno strato di emmental e ho cotto il tutto in forno.


Pasticcio di pane e carciofi




Ingredienti:
6 carciofi violetti
150 g di emmental o altro formaggio a piacere
6 fette di pane raffermo
250 ml di brodo di carne o di verdure
alcune foglie di menta
1 spicchio di aglio
olio extra vergine di oliva
sale
pepe nero


Preparazione:
Si mondano i carciofi, si tagliano a spicchi e a listarelle i gambi, si fanno cuocere in una padella con olio extra vergine di oliva e aglio, coperti per 10-15 minuti il tempo di ammorbidirli. Una volta cotti si salano, si pepano e si aggiungono le foglie di menta.
Si prende una pirofila o delle cocottine monoporzione, si mettono alla base le fette di pane raffermo, si bagnano con parte del brodo caldo, vi versano i carciofi, si distribuiscono per bene a coprire interamente le fette di pane. Si ricopre il tutto con Emmental grattato. Si mettono in forno preriscaldato a 180° C per 20-30 minuti circa dipende dal forno, comunque finché il formaggio sarà ben sciolto formando una crosticina. 


Particolare del Pasticcio di pane e carciofi




Con questa ricetta partecipo al contest La cucina del riciclo del blog Cucchiaio e Pentolone.









martedì 8 gennaio 2013

Zuppa con lenticchie, farro, patate e salsiccia


La minestra mandata da Dio
   
La minestra mandata da Dio
adesso si raffredda.
È ora di rinnovare l'anima
e il cucchiaio.
Questo pane degli angeli infinito,
o questa comunione di lenticchia,
è questo digerir bene, almeno il cielo.
Dimmi come si può,
che digestivo adoperi tu adesso.
 Alda Merini, Aforismi e magie,  Rizzoli, 1999


Questa Zuppa mi ha fatto pensare ai versi di Alda Merini. La comunione della lenticchia con il farro, la patata, gli odori, la salsiccia, il pecorino dà vita ad una zuppa saporita e profumata, che ti sazia e riscalda.


Zuppa con lenticchie, farro, patate e salsiccia





Ingredienti:
380 g totali di lenticchie e farro
2 salsicce
1 patata grande
1 cipolla dorata
1 carota
1 costa di sedano
alcune foglie di salvia
800 ml di brodo vegetale
1 cucchiaio di passata di pomodoro
1 cucchiaio di vino bianco secco
50 g di pecorino romano o parmigiano Reggiano
olio extra vergine di oliva
l’olio al peperoncino (a piacere)
sale



Preparazione:
In un pentola si fanno rosolare le salsicce sbriciolate con un trito di cipolla, carota, sedano e alcune foglie di salvia, si sfuma con un po’ di vino bianco, si sala, si aggiunge la passata di pomodoro e la patata tagliata a dadini; si fa cuocere per alcuni minuti. Si aggiunge il brodo vegetale caldo e si porta a bollore, si unisce il farro e le lenticchie e si lasciano cuocere coperte a fuoco moderato per 30 minuti circa. Passato il tempo si aggiunge il pecorino, si manteca e si lascia riposare per alcuni minuti coperta. S’impiatta e si aggiunge se gradito un filo d’olio al peperoncino.





domenica 6 gennaio 2013

Quanti modi di fare e rifare i Baci di Dama


Per il primo appuntamento del 2013 con Quanti modi di fare e rifare siamo andati nella Casa di Artù per preparare I baci di Dama, tipici dolcetti piemontesi, chiamati così per la loro forma che ricorda le labbra intente a baciare.
Gli ingredienti sono pochi: nocciole, farina, burro e zucchero e il ripieno cioccolato fuso.
Non ho utilizzato le rinomate nocciole piemontesi, ma l’altrettanto rinomate nocciole campane di Giffoni; in più ho aggiunto nell'impasto una goccia di aroma di mandorla amara.
In vari libri, riviste e blog avevo letto che per riuscire ad avere due perfette calotte semisferiche, prima di cuocerle bisogna avere l’accortezza di mettere le palline in frigo a riposare. Nonostante, ho seguito il suggerimento, non sono venute due perfette calotte semisferiche. Forse dipende dal mio forno o da qualche altra cosa. Comunque, a parte la forma non perfettamente semisferica, sono ottimi. 










Per la ricetta originale vi rimando al blog de La Casa di Artù.
Ingredienti  (circa 20 Baci di Dama)
100 g nocciole di Giffoni tostate e sminuzzate
125 g di farina 00
100 g di zucchero semolato
100 g di burro ammorbidito
goccio di aroma di mandorle amare

80 g di cioccolato fondente extra


Preparazione:
S’impastano gli ingredienti in una ciotola in moda da formare un composto omogeneo. Si forma una palla, si trasferisce in frigorifero a riposare per mezz’ora.
Passato il tempo si divide l’impasto in più parti, si formano dei cordoncini dello spessore di 1 cm circa, si taglia in tanti pezzi e con le mani si formano delle palline, che si depositano nella placca da forno rivestita da carta forno, ben distanziate tra loro, perché in cottura si allargano. (Proprio per evitare che si allargassero troppo e per avere la forma semisferica, ho seguito il consiglio di mettere la placca in frigorifero per almeno un’ora, in modo da far riposare le palline).






S’infornano a forno riscaldato a 170° C per circa 20-25 minuti. (Io a 160° C per 12-15 minuti, perché ho notato che si stavano allargando troppo).
Si tolgono dal forno e si lasciano raffreddare. Nel frattempo si fa fondere a bagnomaria il cioccolato fondente; una volta sciolto si deposita su un biscottino e si accoppia con un altro.






Quanti modi di fare e rifare...



Appuntamento al 6 Febbraio con



My italians morgasbord






venerdì 4 gennaio 2013

Mezze penne ai frutti di mare con pane croccante


Ho mangiato questo piatto durante uno dei miei soggiorni nel Salento. Mi era piaciuto particolarmente, oltre per le ottime materie prime, per quel tocco croccante dato dalla presenza della mollica del pane sbriciolata e tostata o del pangrattato tostato.









Ingredienti:
500 g di cozze
200 g di gamberetti sgusciati
2 calamari medio-piccoli o 1 calamaro grande
2 totani medi
70 g di mollica di pane raffermo sbriciolata o 50 g di pangrattato
mezzo bicchiere di vino bianco secco
1 spicchio di aglio
peperoncino
olio extra vergine di oliva
sale


Preparazione:
Si pulisce sotto l’acqua corrente la superficie esterna delle valve delle cozze, si prende una padella ampia, si fa imbiondire uno spicchio d’aglio con un filo d’olio, si aggiungono le cozze, si coprono con il coperchio e si lasciano cuocere a fuoco vivo per 3-4 minuti per farle schiudere. Una volta aperte si tolgono dalla pentola, si conserva l’acqua di cottura, si separano i molluschi dalle valve.
In un tegame si mette un filo di olio extra vergine di oliva, si fa imbiondire lo spicchio di aglio con il peperoncino, si mettono i calamari, i totani tagliati a pezzi e le cozze si fanno cuocere per alcuni minuti, si sfuma con il vino bianco, si aggiunge un po’ di acqua di cottura delle cozze, si fa insaporire per 5-8 minuti, poi si uniscono i gamberetti e si continua la cottura per alcuni minuti.
Nel frattempo si fa riscaldare una padella con un filo d’olio, si aggiunge la mollica di pane sbriciolata o il pangrattato, si fa dorare. Si cuoce la pasta in abbondante acqua di cottura, si scola al dente e si unisce al sugo, si mette un filo di olio extra vergine di oliva, si fa insaporire il tutto, si unisce parte del pane croccante. S'impiatta e si unisce ad ogni porzione un po’ di pane croccante.













mercoledì 2 gennaio 2013

Uovo in camicia su cavolo cappuccio viola brasato


Inizio il nuovo anno con un piatto leggero, un uovo in camicia su cavolo cappuccio viola brasato con un vino rosso, io il Sangiovese.
L’uovo fin dall'antichità aveva un simbolo positivo di vita nuova; speriamo che sia di buon augurio per questo 2013.






Ingredienti:
800 g di cavolo cappuccio viola
1 cipolla rossa
1 bicchiere di vino rosso (io Sangiovese)
olio extravergine di oliva
sale grosso
pepe nero

4 uova
1 cucchiaino di aceto bianco

Preparazione:
Si lava e si taglia a listarelle il cavolo cappuccio viola. In una pentola si fa scaldare la cipolla rossa in olio extra vergine di oliva, si aggiunge il cavolo cappuccio viola, pizzico di sale grosso; si fa cuocere coperto per 10 minuti in modo da far perdere l’acqua di vegetazione. S’irrora con il vino rosso si lascia evaporare per alcuni minuti, si pepa e si continua a far cuocere per 10-15 minuti circa, finché non sarà appassito.

In un altro tegame si porta a bollare l’acqua, si aggiunge un cucchiaino di aceto bianco. Si sguscia l’uovo su un piattino e prima di lasciarlo scivolare nell'acqua bollente si gira quest’ultima con un cucchiaio facendo una sorta di mulinello. Si lascia rassodare l’albume intorno al tuorlo e si cuoce per 2-3 minuti. Si prende con una schiumarola l’uovo e si posa su un piano di lavoro e si ritoccano i bordi. Si procede alla stessa maniera con le altre uova, una per volta.

S’impiatta mettendo il di cavolo cappuccio brasato e sopra si deposita un uovo in camicia, si spolvera il tutto con pepe nero.